Bartolomeo il Cannibale e Bartolomeu il Portoghese

1839

La storia del pirata che ispirò Bartolomeo, tra bottini e fughe alla Jack Sparrow

Bartolomeo è probabilmente il teppista che tutti vorremmo come amico. Evidentemente educato all’Antica Cafoneria del Corso si rivela però sgallinato quanto basta per renderlo simpatico a chiunque, complice ovviamente la sua totale dedizione alla ciurma di Cappello di Paglia. Cioè, fan degli (ex) One Direction spostateve proprio. E, nonostante la sua indole da vandalo del sabato sera dimostra di avere un senso dell’onore e del rispetto insospettabili per un tipo del genere (ricordate quando usò i suoi poteri per difendere Bellamy e Rebecca? Ecco).

Bartolomeu il Portoghese (?-1669 circa)

Ma arriviamo a noi. Come molti personaggi di One Piece, anche Bartolomeo deve il suo nome ad un pirata, forse meno famoso di altri in effetti ma non per questo meno pazzo dei suoi colleghi. Bartolomeu nacque in Portogallo (e fin qua..) ma passò la maggior parte della sua vita nelle calde acque caraibiche. Lo ritroviamo a pirateggiare nei pressi di Cuba, con una imbarazzante ciurma di appena 30 uomini e una micragnosa nave da 4 cannoni*. Ad un certo punto riuscì ad intercettare una nave spagnola. In un primo momento decise di ritirarsi ma, dopo essersi accorto che non era messo così male, riprese l’attacco, riuscendo a impossessarsi della nave che possedeva un ricco carico tra cacao e pezzi da otto. I pirati decisero di andare a spartirsi il bottino a Cuba e lì si diressero.

Illustrazione tratta da “The Buccaneers of America” di A.O. Exquemelin, l’unica fonte certe che abbiamo sul pirata

Le sfighe

E qui iniziarono le magagne. I nostri pirati erano quasi giunti alla meta quando incrociarono tre navi spagnole che videro bene di catturare i banditi e farli prigionieri. Vennero portati a Campeche, dove i magistrati della città riconobbero in Bartolomeu il criminale responsabile di diversi casini sulle coste della Nuova Spagna. Memori della rocambolesca fuga che il pirata era riuscito a mettere in atto anni prima (erà gia stato acchiappato dalle autorità in passato), decisero di tenerlo in custodia nella stessa nave, mentre preparavano la forca.

 

Giare al posto di tartarughe

Bartolomeu non è che proprio avesse voglia di farsi impiccare ed escogitò una fuga in pieno stile Jack Sparrow. Ben consapevole di non essere l’Acquaman della situazione (non sapeva nemmeno stare a galla), rubò due giare di terracotta, quelle che gli spagnoli usavano per trasportare il vino e le sigillò per bene (no, non le legò insieme con peli umani..), uccise la sentinella di guardia, si gettò in mare e raggiunse la costa grazie ai galleggianti di fortuna.

Vendetta

Dopo qualche tempo passato a mangiare molluschi e a scappare dagli spagnoli, Bartolomeu si ricongiunse a un gruppo di pirati di cui 20 si unirono a lui per un grandioso progetto: assaltare (di nuovo) la nave in cui era stato tenuto prigioniero, dentro la quale era ancora conservato lo splendido carico di cacao e pezzi da otto. Furbo e svelto, Bartolomeu riuscì a impadronirsi della nave.

La fine

Felice e soddisfatto della mandraccata, Bartolomeu continuò a pirateggiare tra Cuba e la Giamaica. Ma non gli andò troppo bene. Una terribile tempesta fece naufragare la sua nave su una secca, dove perse completamente il carico. Lui e la sua ciurma riuscirono miracolosamente a salvarsi ma da allora la fortuna gli voltò definitivamente le spalle. Morì solo e in miseria, probabilmente in Giamaica.

*per una ciurma pirata, 30 uomini erano una miseria. Per assalire le navi nemiche, i capitani pirata non contavano sull’abilità militare dei loro compagni ma sul numero. In pù si era, maggiori erano le possibilità di vittoria.

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Bibliografia:

  • O. Exquemelin, Bucanieri nei Caraibi. Cronanche di un medico pirata, Effemme, 2005, Milano
  • Gosse, Storia della pirateria, Odoya, 2008, Città di Castello

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