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One Piece 1066: Analisi del Capitolo

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One Piece 1066: analisi e commento del capitolo – Direzione Elbaf, l’isola dov’è conservata la memoria del mondo

One Piece 1066: analisi del Capitolo

Molti di noi ricorderanno il 2006 per l’anno in cui abbiamo vinto i Mondiali di Calcio. All’epoca avevamo una grande nazionale, con gente come Totti, Del Piero, Nesta, Buffon ecc. ecc. 

All’epoca avevo 15 anni. E sapete cos’è che mi fa davvero strano? Che dal 2006 ad oggi ne siano trascorsi 16. 

Un anno in più. Solo che i primi 15 mi sono sembrati un’eternità e quasi tutti uguali, un po’ come se il mondo fosse stato in una sorta di stasi. Gli ultimi 16 se ne sono andati in mezzo secondo, e tutto sembra essere cambiato

Nel 2006 non c’erano gli smartphone e non utilizzavamo il touch. Il 99% di noi non “navigava su Internet”, quindi niente Web, niente Facebook, Instagram o Community varie. Per comunicare avevamo tutti – o quasi – la promozione della Wind, quella da 4000 messaggi, e quando volevamo far capire ad una persona che era nei nostri pensieri, usavamo lo “squillo”. 

E’ passata un’eternità. Il mondo ha accelerato in modo vertiginoso, ogni anno succede qualcosa di nuovo. E forse, soprattutto noi degli anni 80-90, abbiamo “accusato” particolarmente questi cambiamenti, iniziando a percepire il trascorrere degli anni.

Iniziamo a sentirci un po’ scomodi. Come se quella poltrona, che ha la forma del nostro culo, cominciasse a darci noia… ci spostiamo a destra e sinistra per ritrovare la giusta posizione, la stessa in cui per lunghi periodi ci siamo “accoccolati” e che ci faceva stare così bene. La sensazione di fastidio mina le nostre sicurezze. Eravamo certi di tante cose, oggi invece abbiamo tanti dubbi. 

Lungo tutto questo tempo, però, abbiamo sempre avuto una certezza: One Piece

Il 6 Novembre del 2006 usciva in Giappone il Capitolo 433 intitolato “Il Nome di quel mare è…“.

Vi ricordate a che punto della storia eravamo? No? Vi rinfresco io la memoria. Luffy e gli altri avevamo appena sconfitto i membri del CP0 e salvato Nico Robin. Si trovavano a Water Seven per rilassarsi e festeggiare prima di rimettersi in viaggio. Sull’isola arriva però Garp, che rivela a Cappello di Paglia l’identità di suo padre e l’esistenza dei quattro imperatori, di cui fa parte Shanks il Rosso. 

Ad accompagnare il vice-ammiraglio, ci sono anche due vecchie conoscenze: Coby e Helmeppo. 

Ed è proprio dalla bocca di Coby che per la prima volta viene fuori un nome a cui all’epoca non fu data tutta questa importanza: il Dr. Vegapunk. 

«Dietro queste innovazioni tecnologiche… c’è il grande scienziato della marina, il Dottor Vegapunk. Sai, è un uomo straordinario. E’ davvero geniale… Pensa un po’, Cappello di Paglia… riguardo ai frutti del diavolo, proprio come quello che hai mangiato tu, è stato scoperto come i frutti donino il potere a coloro che li mangiano… ed è stato inventato un modo per far assimilare il frutto anche agli oggetti. Tutto grazie alle sue ultime ricerche. Il mondo è pieno di gente fantastica, Rufy!»

Sì, ragazzi. Quando non c’erano Smartphone, quando cercavamo di rimorchiare mandando 3999 messaggi su 4000 alla stessa ragazza, pochi mesi dopo l’ultimo rigore di Grosso contro la Francia, lo scienziato più geniale al mondo veniva per la prima volta menzionato in One Piece. 

Ciò che è più incredibile è come Oda sia riuscito a dare coerenza alla sua presentazione nonostante i tanti anni trascorsi. Seguite il mio discorso. 

Vegapunk viene menzionato per la prima volta durante l’arco narrativo di Water Seven-Enies Lobby, quello dedicato a Nico Robin, alla sua storia, e indirettamente ai 100 anni di buio. 

E dov’è che vediamo per la prima volta lo scienziato? A Ohara, l’isola di Nico Robin. Il tutto durante un discorso – di Shaka – che riguarda i 100 anni di buio.

Ma non solo… a cosa sono dedicate le mini-avventure di questo Capitolo?  Ovviamente a Ener e alla Luna, ma anche  al passato del mondo di One Piece. 

Chiamatelo genio, chiamatela coincidenza, ma c’è un dato di fatto: è coerente. La scrittura è perfetta. Torna tutto, assurdo. 

CHAPEAU ODA

 

Ma andiamo con ordine. 

Salve ragazzi, io sono Tosky e oggi insieme analizziamo un capitolo bellissimo,  il 1066. Come sempre vi invito a seguirmi anche su Instagram, così da mantenere un rapporto che va anche oltre questo semplice momento di scambio. Scrivetemi se avete domande o dubbi 😉

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LE MINI-AVVENTURE

Tutto è ben quel che finisce bene. Ichiji e Reiju sono riusciti a salvare Niji e Yonji e portano con loro anche Ceaser Clown, uno scienziato importante che potrebbe fornire una grande mano a Judge. Credo che queste mini-avventure siano vicino alla conclusione, non riesco a immaginare cos’altro possa mostrarci Oda, anche perché il colpo di scena c’è già stato con il rapimento di Pudding da parte dei Pirati di Barbanera. 

Mi sbilancio e dico che non vedremo più di altre 3 o 4 cover di questo tipo, magari ci verrà mostrato soltanto il compito di Gastino alla corte del Germa66. 

LA STORIA DI CLOVER

Sapete, ho sempre avuto tanto rispetto per le persone anziane. Quando ero con i miei nonni, ero curioso di conoscere la loro storia. Dietro ogni uomo di una certa età c’è una storia che vale la pena di essere raccontata, perché ogni singolo essere umano è fatto di sensazioni, sentimenti, pensieri, azioni, avventure. 

Ciò che noi proviamo oggi, le nostre paure, le nostre speranze, sono le stesse di chi ci ha preceduto. Quando scegliamo qualcosa, quando c’interroghiamo su decisioni, quando siamo dubbiosi, quando ci emozioniamo, non facciamo altro che ripetere le azioni di milioni – anzi miliardi – di altre persone. 

Il mio film preferito è Ritorno al Futuro. Sapete come nasce questa trilogia? Praticamente l’autore, Bob Gale, trovò in un baule l’annuario del liceo di suo padre. In quel momento si chiese come sarebbe stato conoscerlo da giovane. Decise quindi di creare una sceneggiatura, in cui il protagonista tornava indietro nel tempo e aveva a che fare con i suoi genitori liceali. 

Quando ho saputo quest’aneddoto, mi ci sono ritrovato. Ho sempre pensato che fosse ingiusto non aver avuto la possibilità di conoscere i miei nonni – o i miei genitori – da giovani. Pensateci un attimo: sono forse le persone con cui trascorriamo o abbiamo trascorso più tempo, eppure di loro sappiamo davvero poco, ci mancano pezzi importanti.

Mio nonno paterno, da anziano, era una persona serissima. Poi ho scoperto che a 20 anni era solito preparare della canzoni e cantarle alle feste di famiglia. Sono ancora traumatizzato. 

Perché tutto questo discorso? Perché gli anziani sono memoria del nostro mondo e vanno rispettati. E’ perché il fatto che oggi possano sembrarci più deboli, più seri, meno aperti alle novità, meno esuberanti, non significa che non nascondano lati sorprendenti, forse più vicini a noi di quanto possiamo aspettarci. 

Ed è proprio quel che succede con Clover. 

Quando ci viene presentato, Clover è “soltanto” un vecchio e saggio archeologo. Dopo quasi 20 anni, ne scopriamo la storia ed è magnifica. In pochi baloon Oda ci fornisce una versione del personaggio totalmente diversa è sorprendente. 

Si trattava di un ragazzo con un sogno: scoprire la storia dei 100 anni di vuoto. Per questo motivo prese il mare come avventuriero e cominciò a girare il mondo alla ricerca di informazioni che gli permettessero di raggiungere il proprio obiettivo. Durante la sua vita fu addirittura arrestato ben 10 volte dalla marina, ma riuscì lo stesso a divenire il miglior archeologo del mondo. 

In seguito si stabilì a Ohara dove continuò i suoi studi. Le sue gesta e il suo genio conquistarono una moltitudine di studiosi che decisero di raggiungerlo all’Albero dell’Onniscienza per lavorare con lui. 

UNA STORIA GRANDIOSA. 

L’ho amata alla follia. Come vi dicevo su, fin da piccolo mi sono sempre interrogato sulla vita delle persone, e scoprire quella di Clover è stato grandioso. Tra l’altro la reazione di Nico Robin conferma quel che dicevo io: anche se cresciamo con delle persone, non riusciamo mai a conoscerle fino in fondo e poi quando scopriamo qualcosa della loro esistenza, ne restiamo sorpresi. 

La bella archeologa, infatti, era all’oscuro sia dell’avventura di Clover, sia del suo rapporto con Dragon. 

LA VITTORIA DI OHARA

Il racconto di Shaka prosegue e scopriamo tanti dettagli interessanti. Qualche mese dopo la distruzione di Ohara, Vegapunk si reca sull’isola per rendere omaggio al suo vecchio amico Clover. Qui scopre che i libri dell’Albero dell’Onniscienza sono sopravvissuti. 

Dio ringrazi quest’uomo. Il mondo di One Piece si sarà forse scordato di te, ma noi lettori di ricorderemo. Tu hai cambiato la storia. 

 

Ma non solo, Vegapunk intravede dei Giganti intenti nel recuperare i libri. Dragon, arrivato anche lui sull’isola – praticamente tutti nello stesso momento, si saranno dati appuntamento – gli rivela che provengono da Elbaf e sono guidati da un uomo ricoperto di bende, intenzionato a mantener viva la volontà di Ohara. 

Anni fa, quella di lanciare i libri nel lago ci era sembrata una scelta casuale da parte degli studiosi, un ultimo atto disperato da parte di chi non accettava il proprio destino. Oggi, quel gesto, rappresenta il futuro. Un atto di disperazione è divenuto atto di speranza. 

E grazie a quella speranza, Ohara ha vinto. 

Ovviamente molti di voi si saranno chiesti: “Ma i Marine sono così stupidi da non bruciare i libri?”. La risposta è semplice: sì. 

Ciò che è accaduto ad Ohara rappresenta lo scontro tra luce e buio, conoscenza e ignoranza, libertà e oppressione. Il fatto che i soldati della marina non abbiano capito l’importanza di quei libri, che abbiano sottovaluto il loro potere, è completamente coerente con quello che è il Governo Mondiale in One Piece. 

E non solo in One Piece. C’è davvero bisogno che io sottolinei come l’ignoranza possa ricoprire ruoli decisionali anche nel nostro Mondo? DEVO DAVVERO?! 

Quindi, non sorprendiamoci. Come si suol dire “l’ignoranza regna sovrana”, e Oda non fa altro che sottolinearlo con situazioni del genere. 

ELBAF

C’è ancora qualcuno che crede alla possibilità che la ciurma di Cappello di Paglia non si rechi ad Elbaf? 

L’isola dei giganti è importantissima, e lo è da anni. Non aspettatevi una saga breve e di passaggio, sarà un luogo in cui accadranno cose interessanti, forse potrebbe essere il vero punto di svolta della storia. 

E ritornando al discorso che facevamo su, Elbaf potrebbe davvero rappresentare la Memoria del mondo di One Piece. Non solo perché ora raccoglie i libri di Ohara, ma anche per la durata media della vita dei Giganti. 

Ogni gigante vive in media 300 anni. 

Ciò vuol dire che per loro il tempo funziona in modo diverso rispetto ai normali esseri umani. Un esempio pratico. 

Noi conosciamo piuttosto bene la storia della prima metà del Novecento, anche perché siamo stati a contatto con persone che hanno vissuto quegli anni. Abbiamo ascoltato i loro racconti in prima persona. Quel che invece sappiamo del 1200 ci arriva dai libri, non abbiamo mai avuto un contatto diretto con quell’epoca. Nessuno dei nostri tempi ha mai sentito parlare di quel tempo da chi l’ha vissuto. 

Se non ci fossero stati i libri, non avremmo mai saputo del 1200. Nel mondo di One Piece ci sono persone che hanno avuto invece contatti diretti con il loro “1200”. 

Per i Giganti, i 100 anni di vuoto sono un po’ quello che per noi è il 900. Alcuni di loro potrebbero avere informazioni certe su quanto è accaduto in quel periodo, perché raccontatogli da persone che l’hanno vissuto. 

Che la prossima saga andrà a rivelare quel che è successo nel secolo vuoto? Io me lo auguro, non vedo l’ora di scoprirlo. 

SAURO TORNA IN VITA

Qualcuno ha storto il naso, io sono contento. 

Nella maggior parte dei casi, adoro la morte all’interno delle storie. La morte di alcuni personaggi rende il tutto più realistico e porta alla maturazione dei protagonisti. Nel caso di Sauro, però, ho apprezzato la scelta di Oda. 

Il flashback di Nico Robin resta straziante. Non cambia assolutamente nulla: ha perso sua madre, ha perso Clover e gli studiosi, ha perso ogni sua sicurezza ed è stata costretta a scappare. Non c’è niente di diverso nella sua storia, perché ormai l’ha vissuta. Il fatto che Sauro sia ancora in vita non rende vano quel che ha rappresentato per l’archeologa e ciò che le ha lasciato in eredità: il sorriso. 

In più, prima o poi, il gigante doveva essere ripescato. Ricordiamo che il suo nome è HOGWAR D. SAURO. In un modo o nell’altro il suo ruolo nella storia non poteva esaurirsi con il flashback di Nico Robin. Oda doveva darci altre informazioni, molti penseranno che avrebbe potuto farlo con un flashback, ma non sappiamo quali siano i piani dell’autore. Anzi, il fatto che sia vivo mi incuriosisce ancor di più: oltre a voler conoscere l’origine del suo nome, voglio anche vedere quale sarà il suo ruolo in futuro e perché Oda ha deciso di tenerlo in vita. 

In più, ora anche Nico Robin ha qualcuno da cui tornare. Pensateci, tutti i Mugiwara hanno un luogo ad attenderli e qualcuno che è li per loro: 

Luffy avrebbe Dadan, ma rispetto agli altri ho la sensazione che alla fine di One Piece non faccia ritorno, anche perché io sono uno di quelli che opta per la morte del protagonista alla fine del manga. 

VEGAPUNK

Finalmente.

Finalmente c’è Vegapunk.

Lo vediamo sia nel passato, che nel presente. A 43 anni il suo design fa morire dal ridere. Il suo aspetto è ovviamente una citazione a Albert Einstein, con quella lingua di fuori che è un vero e proprio capolavoro e ricorda una celebre foto della scienziato della relatività. 

In più ha una testa enorme, che a quanto pareva cresceva nel tempo a causa della mole di studio e informazioni che immagazzinava. Il cranio ricorda un culo-cuore-scroto. Non vedo l’ora che facciano un’Action Figure, la prenderò immediatamente. 

 

Più carino, invece, nel presente. Ora ha una testa più piccola (forse perché la sua conoscenza è stata divisa nei sei punk), ma spicca una mezza mela. 

Ovviamente si tratta di un chiaro riferimento al racconto che conoscete tutti su come Isaac Newton abbia scoperto la forza di gravità. 

Interessante il fatto che Oda abbia deciso di creare Vegapunk a immagine e somiglianza di Einstein e Newton, visto che il primo riprese gli studi del secondo. 

L’ultima tavola è davvero bellissima. Oltre al design, ho amato l’inquadratura e quel senso di spensieratezza che ne viene fuori. Tra l’altro è divertente che nella stessa tavola in cui vediamo il legame tra Vega e Newton, Luffy, Chopper e lo stesso scienziato volino infrangendo le leggi della gravità. Sono quelle piccole cose di Oda che ti fanno comprendere ancor più la sua attenzione ai dettagli. 

COSA SCOPRIREMO GRAZIE A VEGAPUNK? 

Come dicevo anche nelle scorse settimane, questo personaggio nasce per raccontare. Il fatto che Oda abbia deciso di farlo apparire così tardi è legato al suo ruolo all’interno della Storia. Una volta apparso, non può che parlare. 

Ciò che scopriremo nei prossimi capitoli, per quanto mi riguarda, è scritto all’interno della frase di Coby e Helmeppo che vi riportavo poco più su. Riprendiamola: 

«Dietro queste innovazioni tecnologiche… c’è il grande scienziato della marina, il Dottor Vegapunk. Sai, è un uomo straordinario. E’ davvero geniale… Pensa un po’, Cappello di Paglia… riguardo ai frutti del diavolo, proprio come quello che hai mangiato tu, è stato scoperto come i frutti donino il potere a coloro che li mangiano… ed è stato inventato un modo per far assimilare il frutto anche agli oggetti. Tutto grazie alle sue ultime ricerche. Il mondo è pieno di gente fantastica, Rufy!»

Oltre alla questione Orso Bartholomew (che penso sia scontata vista la presenza di Bonney nella saga), Egghead potrebbe finalmente far luce sui Frutti del Diavolo

Possibile che i frutti siano nati durante i 100 anni di vuoto e che Vegapunk, grazie ai libri di Ohara, abbia appreso come funzionano e come utilizzarli? 

DRAGON

Il suo passato resta ancora un mistero, ma con questo capitolo abbiamo qualche informazione in più. Proviamo a fare un recap. 

L’incontro con Vegapunk a Ohara è molto interessante. Dalla loro conversazione, che non manca di “frecciatine”, traspare il rispetto che l’uno ha verso l’altro, ma anche la grande umanità di Dragon. 

Si tratta di un personaggio molto passionale, con principi ben radicati, che non riesce ad accettare alcun tipo di ingiustizia. Ogni volta che appare, ho voglia di saperne di più e comincio ad immaginare il suo incontro con Luffy. Sarà finalmente giunta l’ora?

Magari attraverso Vegapunk, e per qualche motivo che stiamo per scoprire – la ciurma di Cappello di Paglia si dà appuntamento a Elbaf con i rivoluzionari? 

QUESTIONI IRRISOLTE 

Il capitolo offre tantissimi spunti di riflessioni e domande a cui non abbiamo ancora una risposta. Ve le riporto: 

Soffermiamoci su quest’ultima domanda. Le possibilità che possa essere davvero lui sono alte. Del resto corrisponde all’identikit: non si conosce la sua ubicazione e ha delle bruciatore. Sì, ovviamente non si tratta di bruciatore da fuoco, ma pensate a Akainu. Se non sapessimo che le sue cicatrici sono state causate da Aokiji, non penseremmo forse che a procurargliele siano state delle fiamme?

In più negli ultimi tempi Oda sta portando avanti una narrazione diversa rispetto a quella del passato, figlia anche del fatto che manca poco alla conclusione della storia. Quando introduce un nuovo mistero, tende a risolverlo piuttosto in fretta. Durante la saga di Wano, per esempio, ha introdotto e risolto in pochi capitoli la questione del frutto Nika.

Ma perché Sauro dovrebbe sapere qualcosa sul One Piece? 

Bisogna rispondere con un’altra domanda: Perché no? 

Si tratta di un uomo che 22 anni prima della storia attuale ha scoperto la vera natura del Governo e da quel momento ha deciso di portare avanti la volontà di Ohara, in più ha avuto a disposizione tutti i libri dell’Albero dell’Onniscienza per studiare e apprendere informazioni sul secolo buio. 

Sauro non è di certo rimasto con le mani in mano, si è nascosto sì, ma allo stesso tempo si è mosso, ha approfondito. Non sarebbe una sorpresa se si dimostrasse in grado di leggere almeno i Poneglyph. Del resto il sacrificio di Ohara è servito a quello, a preservare e donare la conoscenza alle generazioni future.

Se il gigante fosse davvero l’uomo di cui parlavano Kid e Killer, potremmo ritrovarli ad Elbaf e sinceramente non mi dispiacerebbe vederli ancora una volta. 

IL LEGAME TRA OHARA E ELBAF

Questo capitolo di One Piece fornisce un legame profondo tra Ohara e Elbaf. 

L’isola di Nico Robin preservava la cultura e studiava per riscoprire la storia del mondo. Allo stesso modo, come dicevo prima, l’isola dei Giganti potrebbe rappresentare la memoria del mondo, un luogo in cui il tempo è trascorso più lentamente. 

L’approdo di Sauro a Ohara non fu casuale. Come non fu casuale il suo incontro con una bambina. 

Non è un caso neanche che i libri di Ohara siano ad Elbaf.

Come non è un caso che entrambi i luoghi siano caratterizzati dalla presenza di un ALBERO ENORME. 

E’ sempre stato tutto legato e Oda, ancora una volta, lo ha sviluppato magistralmente. 

Grazie Sensei. 

E grazie a voi per aver letto, 

Tosky. 

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