SMILE, ovvero l’insostenibile egoismo di Orochi

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Nel Cap 943 di One Piece, ci viene infine rivelato il potere che si cela dietro i misteriosi frutti SMILE, o, per meglio dire, i vari effetti collaterali che essi comportano.

Dopo l’esecuzione di Yasuie, la gente di Ebisu accorre alla capitale per compiangere il loro vecchio Daimyo, ma, data l’incapacità di mostrare altri sentimenti al di fuori della mera felicità, la scena acquista un valore completamente surreale, sconnesso e delirante.

Dopodiché, Shinobu ci rivela finalmente il segreto celato dietro la produzione di tali frutti artificiali: oltre all’incapacità di nuotare, come qualsiasi altro frutto del diavolo, si può ricevere il feroce potere di una bestia. L’obiettivo di Kaido è, ovviamente, quello di sfruttare il potere degli SMILE per creare la ciurma più forte di sempre.

MA.. c’è un “ma”.

Solo il 10% dei frutti ingeriti dona un potere artificiale; ciò significa che su 10 persone, solo una di queste acquisisce l’abilità di una bestia feroce, gli altri 9, oltre all’incapacità di nuotare, non potranno mostrare altre emozioni al di fuori della felicità, la loro espressione facciale rimarrà per il resto della loro vita una maschera eternamente sorridente, e non potranno fare altro che ridere.

Ironico notare, inoltre, come l’ingrediente fondamentale situato a Punk Hazard per creare gli SMILE, si chiamasse S.A.D.

I guerrieri del signore delle bestie si dividono in tre categorie: gli Waiters, ovvero coloro che sono in attesa di poter ingerire uno SMILE.

Poi ci sono i Gifters, ossia quel 10% di individui che sono riusciti ad ottenere il potere di una bestia. Infine vi sono i Pleasures, i guerrieri che hanno ingerito uno SMILE difettoso e sono quindi costretti ad essere degli eterni soldati ridenti.

Ma non finisce qui: lo Shogun Orochi iniziò a interessarsi al potere degli SMILE difettosi, poiché questi frutti artificiali, una volta morsi, mantengono comunque il potere di trasmettere gli effetti collaterali.

Orochi fece mischiare questi frutti difettosi fra gli avanzi, in modo da non dover più sopportare la vista di poveri disgraziati che piangono e si disperano. Col tempo, anche i poveri senzatetto compresero tristemente cosa fossero in realtà questi SMILE, ma ciononostante, la fame ebbe comunque la meglio.

Fu così che nacque il villaggio di Ebisu, il paese eternamente sorridente, che tuttavia nasconde un tragico destino, dove è impossibile piangere persino la morte dei propri cari.

Momento sproloquio mentale: quando lessi il capitolo, un paio di settimane fa, questa rivelazione mi fece molto pensare, l’impossibilità di sfogare le proprie emozioni, di indossare una maschera che non lascia trapelare altro che gioia, di non poter addirittura compiangere la morte dei propri cari spirati per la carestia che serpeggia indisturbata, la trovo una cosa aberrante. Personalmente ritengo Orochi, da questo punto di vista, un villain che trapela un animo orribilmente spietato ed egoistico, privare qualcuno delle proprie emozioni e sentimenti è una delle malvagità più grandi in cui ci siamo imbattuti in tutto One Piece.

Provate a mettervi nei panni degli abitanti di Ebisu: costretti a mangiare frutti chimici difettosi al fine di sopravvivere, pur sapendo che questo avrebbe comportato la perdita totale della propria personalità. Di fronte alla denutrizione, alla miseria e alla necessità di cibarsi, Orochi ha inoltre imposto loro anche un finto beneficio della scelta, privandoli anche della libertà di opinione e coscienza.

La possibilità che questo effetto sia irreversibile, inoltre, aggiunge un ulteriore velo di terrore intorno alla faccenda.

1 commento su “SMILE, ovvero l’insostenibile egoismo di Orochi”

  1. Anche a me quel capitolo ha colpito in maniera impressionante. Mai ero rimasto così vuoto e sconvolto… mi trovi totalmente d’accordo.

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