L’OTTOCENTONOVANTASEI

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[il non-combattimento]

 

FRATELLI!

 

Avete notato una cosa? La bellezza di questo manga non sta nelle grandi scene, nei combattimenti pomposi, negli scontri lunghi pieni di pagine mute prive di dialoghi ma si trova nei dettagli. I dettagli sono queste le cose che rendono One Piece un manga fantastico. Fateci caso, vi faccio un esempio: Oda ha promesso a tutti noi, anni e anni fa, che Marineford sarebbe stata una GUERRA tremenda. In realtà in primis il termine è sbagliato perché una guerra si protrae per molto tempo, mesi o anni. Marineford è stata una BATTAGLIA, ovvero uno scontro facente parte di una guerra più ampia (la guerra è semplicemente un insieme di battaglie che si combattono a livello politico e militare). In secundis, la fantastica “guerra” di Marineford è stata un po’ scialba perché Oda non le sa fare ste cose, lui gli scontri non li sa raccontare in questo modo. Le battaglie di Oda non sono mai troppo corali ma molto introspettive, singole e singolari. Le mazzate sono sempre ideologiche, intrise di un’idea che utilizza come strumento il combattimento per raccontare qualcosa: Esempio al volo, Franky vs Senor Pink. Osate davvero definirlo un combattimento normale? E’ una storia, condita con flashback a sorpresa che utilizza il combattimento come subastrato per raccontare una storia, per raccontare una delle tante sfumature dell’amore. Oda si serve dei combattimenti allo stesso modo di come un pittore si serve dei pennelli per raccontare una sua precisa idea sul mondo, sull’universo, sull’uomo, sulla donna, su Dio.

I combattimenti sono i pennelli di Oda.

 

Ed ecco che arriviamo al capitolo odierno. Questo scontro, Rufy contro Katakuri, è un non-combattimento perché abbiamo due pirati che, tecnicamente, avrebbero dovuto usare tutti i peggiori trucchi per vincere e invece hanno deciso di scontrarsi lealmente, con tanto di codice d’onore. Katakuri ha voluto auto-infliggersi una ferita facendo capire alla sorella di volere un combattimento equo. Un po’ come Jiren che riconosce Vegeta come un guerriero, Katakuri riconosce Rufy come suo pari ed è disposto a togliere via persino la sua maschera (metaforica e non) e farsi vedere per il mostro che è pur di suscitare paura nella sorella e far sì che si allontanasse per farli combattere. Ma è più una maschera che toglie nei confronti di Rufy mostrandosi nudo, senza misteri, solo la sua forza. 

Non è bellissimo?

Vi farò vedere che dopo questo scontro, Katakuri avrà un atteggiamento differente nei confronti dei suoi fratelli. Ma tanto, con Rufy tutti cambiano una volta che hanno avuto modo di interagire con lui.

 

E POI, L’APOTEOSI

 

Non so voi, magari sto esagerando io, ma la parte finale dove Rufy mette il cappello in faccia a Katakuri per evitare che scoprano il suo volto, è bellissima, ma soprattutto funge da promemoria per me. Mi ricorda perché leggo One Piece, per questo, solo e unicamente per questo. Io leggo questo manga solo per provare brividi del genere.

Avete presente la scena di Goku che sconfigge definitivamente Freezer su Namecc? Toriyama mostra un dettaglio negli occhi di Goku. E’ triste, triste di aver ammazzato un degno avversario. Lui è andato su quel pianeta appositamente per sconfiggerlo, successivamente è venuto a sapere di tutte le sue malefatte e si è infuriato quando ha ammazzato il suo migliore amico (e ferito Piccolo) davanti ai suoi occhi. Ma nonostante ciò i suoi occhi sono tristi. Perché ha perso un degno combattente, perché voleva conoscerlo di più, perché alla fine il suo obiettivo non era ammazzarlo ma conoscere se stesso attraverso un avversario, conoscere fin dove risiede il suo limite (che oggi sappiamo sono i capelli bianchi, ormai mancano solo i verdi e possiamo fare i Power Rangers).

Quella avvenuta ieri è una scena simile. Davvero, non ci sono parole per descriverla. E’ una dolcezza gratuita perché Rufy non era tenuto a farlo. Vi faccio un esempio: quando andate a un funerale di una persona che conoscevate appena (e quindi della quale non ve ne fregava nulla), a prescindere da tutto, comunque dovete fare le condoglianze con i dovuti atteggiamenti, farvi vedere non troppo tristi, perché sarebbe evidente il vostro bluff, ma neanche troppo felici perché dareste l’impressione che non ve ne frega nulla e sarebbe terribilmente scortese e irrispettoso. Siete vincolati ad utilizzare un atteggiamento di rispetto perché vi trovate in pubblico in un’occasione così delicata. Rufy non era assolutamente tenuto a fare una cosa del genere perché, prima di tutto, era il suo nemico, lo voleva uccidere, e secondo non c’era un pubblico per il quale salvare le apparenze. E’ stato un atteggiamento completamente sincero e disinteressato. 

Un gesto simile ma solo all’apparenza è stato quando ha porso* i rispetti a Ace davanti a tutta la Marina. In quel caso, pur essendo stato un gesto voluto da Rayleigh, Rufy ha sfruttato la spontaneità per mandare un messaggio, i rintocchi delle campane. In quel caso i suoi gesti non sono stati gratuiti ma vincolati a mandare un messaggio al mondo intero, quello di andare avanti e ricominciare con una nuova era. Qui Rufy è senza pubblico o meglio, citando Corto Maltese, con un pubblico invisibile.

– In questo combattimento notiamo anche un’altra cosa: il carisma di Rufy è cresciuto a tal punto da generare nell’avversario la voglia di dare il massimo. Inoltre al pari di ciò, è cresciuto anche il suo potere. Ora ha sviluppato il suo colore dell’osservazione (non mi ricordo mai quale “Shoku” è quello dell’osservazione). Katakuri ha chiesto se un giorno vorrà scontrarsi di nuovo con Linlin e ovviamente Rufy ha risposto in modo affermativo. La frase appena prima di cadere a terra mi ha lasciato interdetto. Katakuri è riuscito a vedere anche lui nel futuro? Ma il futuro di cui stiamo parlando, quindi il futuro che avrebbe visto, riguarda la prima frase (cioè “sconfiggerò Big Mom!”) oppure la seconda (cioè “Diventerò il Re dei pirati”)?

Anche se la frase era rivolta solo a Rufy, a me piace pensare che anche Katakuri abbia visto qualcosa. Piccola chicca: viene citato, seppur in tono ironico, Gold Roger. E’ sempre un piacere vederlo scritto da qualche parte, Oda non lo tira mai fuori.

 

– Sanji sempre immenso. Con questi atteggiamenti ha serie possibilità di raggiungere Zoro in figaggine (ok, ora mi ammazzate). Mi piace pensare che Pudding abbia tolto la sigaretta al biondone per limonarselo. Domanda flash, la chiedo a voi perché è mezzanotte e venti e non mi va di andare a controllare, ma Sanji ha ancora quella maschera che copre tutti i pugni che gli hanno dato i fratelli? Curiosità…

 

– E a proposito, dove cazzo stanno i Vinsmoke con le loro tutine nere?

 

– Super cliffhanger finale: Pekoms (con una maschera da Lucha messicano) ha Brulée. Ok. Possono quindi attraversare lo specchio. Ok. E come cazzo fanno?

Secondo voi come fanno? Ditemi cosa ne pensate. Ho troppo sonno e non ho voglia di scrivere la frase finale ad affetto dopo aver concluso il mio commento.

 

Ah no, ce l’ho…

 

Sono tornato.

 

reverendo

 

*ragazzi, ho controllato la coniugazione del verbo “porgere” e il passato prossimo di questo verbo è io ho PORTO e non PORSO. A me sembra una cazzata perché suona meglio nel secondo modo, infatti l’ho lasciato così. C’è qualche letterato tra voi che può confermarmi sta cosa?

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