One Piece folklore – Kuro e i gatti: tra templi e roghi

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One Piece folklore: gatti, maestosi felini che sono stati venerati ed odiati e a cui sono ispirati il capitano Kuro e i suoi pirati

Il capitano Kuro è il terzo pirata con cui Rufy si scontra ed è ispirato, come tutta la sua ciurma del resto, ai gatti. In particolare, ai gatti neri, famosi nel mondo occidentale per essere portatori di sfortuna. Ma la storia dei gatti è molto più variegata ed affascinante

L’accezione negativa con cui i gatti neri sono conosciuti in occidente affonda le sue radici nel medioevo ed ha molteplici origini:

In primo luogo, i gatti erano spesso caricati dai pirati a bordo delle loro navi per tenere lontani i topi. Di conseguenza, quando in un porto si vedevano dei gatti neri, significava che i pirati avevano attraccato e che la città sarebbe stata presa d’assalto.

Un secondo motivo per cui i gatti neri sono stati associati ad eventi terribili è che essendo questi felini dei predatori notturni, il manto nero li rendeva praticamente invisibili nelle strade prive di illuminazione. Inoltre, essendo allora il carro trainato dai cavalli il principale mezzo di trasporto, vedersi tagliare la strada da un gatto nero significava perdere il controllo dellla diligenza ed essere quindi vittima di un “incidente stradale“.

Un ultimo motivo per cui la maggior parte dei paesi cattolici hanno ereditato questa credenza è che i gatti neri, sempre per via del loro vagare notturno, vennero associati ai demoni e quindi cosiderati dei servitori di Satana. Questo pensiero si diffuse al punto che iniziarono a venir considerate streghe tutte le donne che si prendevano cura di un gatto, specie se dal pelo nero. Ne conseguì che durante la caccia alle streghe, molti gatti vennero bruciati al rogo. Secondo alcuni storici, lo sterminio di tutti quei felini portò in seguito al diffondersi della peste, visto che i topi divennero liberi di trasmettere la malattia, essedo spariti i loro predatori. Purtroppo però, la mente umana compie sempre associazioni in modo da confermare il proprio pensiero, invece che smentirlo, di conseguenza, si diffuse la superstizione che la peste fosse una maledizione di Satana contro coloro che perseguitavano i suoi servi.

L’Antico Egitto fu il periodo di massimo splendore per i gatti

Nell’antichità i gatti erano già diffusi come animali domestici in quanto veniva affidato loro il compito di proteggere le case e i magazzini dai topi. Essendo anche in grado di cacciare ed uccidere i serpenti, la popolarità del gatto subì una forte ascesa, al punto da essere considerato una vera e propria divinità.

La principale divintà egiziana dalle fattezze feline era Bastet. Secondo le ricostruzioni storiche, la dea dalla testa di gatto e il corpo di donna nacque come la figlia di Ra, il dio del sole. Con lei nacque anche la sua sorella malvagia Sekhmet, una donna dal volto di leonessa. Fu proprio per l’intervento di Ra che la forza distruttrice di Sekhmet si placò divenendo, insieme a Bastet, simbolo dell’equilibrio delle forze della natura. In epoca greca, però, si ebbero dei mutamenti. Bastet subì l’influenza della dea greca Artemide, ricoprendo il ruolo di dea lunare e protettrice della famiglia, mentre la gemella Sekhmet ricoprì il ruolo di divinità della guerra e della giustizia.

In giappone sono delle vere e proprie star

Si pensa che i gatti siano stati importati nel paese nipponico dalla Cina. Questi animali erano bene accetti soprattuto nei templi buddisti, dove proteggevano i rotoli di seta delle sacre scritture dai topi. Col tempo, le credenze popolari portarno ad associare questa loro mansione ad un ruolo di messaggeri divini, soprattutto i gatti bianchi.

Dunque, per via della loro bellezza e spiritualità, i gatti divennero popolari tra i nobili, che iniziarono ad addomesticarli. Ma l’eccessiva cattività con cui vennero cresciuti i gatti, li portò ad abbandonare il loro ruolo di cacciatori. Per questo motivo, i roditori proliferarono indisturbati ed iniziarono a causare danni. In particolare, i topi mangiavano i bachi da seta, su cui si fondava principalmente l’economia nipponica. Per spaventare i topi, le città vennero riempite di raffigurazioni feline di ogni genere.

A questa storia, oltre che ad alcune leggende popolari, si collega la famosa figura del Maneki neko, la famosa statuetta di gatto bianco con una zampa alzata. Attualmente, questa statuetta è considerata un portafortuna che richiama clienti, quindi denaro, nei negozi o fortuna e salute nelle case.

Una delle leggende più diffuse sulla nascita del Maneki neko è quella che racconta di un uomo che, durante un temporale, cercò rifugio sotto un albero. Non lontano c’era un gatto che sembrava muovesse la zampa verso l’uomo, come se volesse attirarlo a sè. L’uomo allora si mosse verso il gatto e, poco dopo, un fulmine cadde dove prima si trovava l’uomo.

Non è un caso, quindi, che l’industria dell’intrattenimento nipponico proliferi di gatti e One Piece non fa certo eccezione. Magari, la presenza del capitano Kuro è stata di buon auspicio per il successo del manga. Di certo, anche senza la zampa alzata, i lettori sono stati attratti da questa bellissima opera.

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