Zef e Greaves – Pirati dalle gambe rosse e dal cuore d’oro

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Zef “Piedi rossi” e Greaves “Redlegs”, due pirati che invece di razziare e depredare, dedicano la propria vita al bene degli altri

Ex capitano dei Cuochi pirati ed attuale capo cuoco e proprietario del ristorante sul mare “Baratie”, Zef è un uomo a dir poco eccezionale. Conquista l’affetto del lettore per la sua integrità e la sua amorevolezza accostata ad un carattere bubero e all’apparenza severo.

Al contrario di Zef, il soprannome “Redlegs” dato a Greaves non viene dal fatto che le sue gambe si tingessero del sangue dei nemici. Si tratta infatti di un epiteto con cui venivano chiamati i biabchi poveri intorno al 1600; soprattutto per quelli di origine irlandese o scozzese. Ciò accadeva perchè, portando sempre le gambe nude dalle ginocchia in giù, la peluria rossastra tipica delle persone originarie della Scozia e dell’Irlanda faceva sembrare le loro gambe rosse.

Non sono stati tirovati documenti o altre testimonianze che possano confermare l’effettiva esistenza di Greaves; e non esistono molte fonti da cui attingere per ricostruire la sua storia. Sembra che la sua figura sia apparsa per la prima volta in alcuni romanzi pirateschi del 1900, per cui non si è certi se fosse stato inventato dagli autori o se comunque, fosse stato ispirato da una leggenda locale delle isole Barbados, luogo da cui si pensa provenga Greaves.

Secondo le poche informazioni disponibili, Greaves naqcque intorno al 1649 nelle Barbados, luogo dove erano stati deportati i genitori. Poco dopo la sua nascita, i genitori morirono e Greaves venne accolto da un padrone gentile. Ma, dopo la morte di quest’ultimo, le terre e le proprietà passarono ad un altro padrone, molto violento; allora Greaves decise di scappare. Atraversò a nuoto la baia di Carlisle e salì su una nave che si apprestava a lasciare le Barbados. Purtroppo, si trattava di una nave pirata, il cui capitano era un uomo crudele e dedito alle torture.

Il pirata per caso

Per avere salva la vita, Greaves si unì alla ciurma di pirati e si rivelò un marinaio capace. Col passare del tempo, però, divenne sempre più insofferente alle torture perpetrate dal capitano e, si pensa, il malcontento sfociò in un duello tra i due, che vide Greaves vincitore.

Eletto nuovo capitano, Greaves diede il via alla sua carriera da pirata, ma volle rimanere fedele a se stesso, evitando torture e spargimenti di sangue inutili, accettando la resa degli avversari e non attaccando mai i poveri villaggi costieri.

Il suo successo più grande fu la conquista dell’isola di Margarita, situata al largo delle coste del Venezuela, avvenuta intorno al 1675. Sembra che, dopo aver preso possesso delle navi della flotta spagnola che presidiava quelle acque, utilizzò i cannoni di quelle stesse navi per far fuoco sui forti difensivi, dopodichè procedette col saccheggio, da cui ricavò un cospicuo bottino.

Ottenute queste ricchezze, Greaves decise di abbandonare la pirateria e si ritirò ad una vita da coltivatore sull’isola di Nevis. Poco tempo dopo, però, venne riconosciuto ed arrestato con l’accusa di pirateria. Venne rinchiuso in prigione ma, mentre aspettava la sua esecuzione, la torre dove si trovava venne colpita da un terremoto. Riguardo questa parte della storia esistono due versioni. Secondo la prima, la prigione dove si trovava era quela di Navis, che fu vittima di un terremoto e di un’onda anomala tra il 1680 e il 1690; la seconda, invece, designa come prigione del pirata quella di Port Royal, in Jamaica, che fu danneggiata anch’essa da un’onda e da un terremoto nel 1692.

La salvezza e la seconda occasione

In ogni caso, Greaves sopravvisse, salvato da un gruppo di balenieri. Sentendosi in debito con loro, Greaves si unì alla ciurma; finchè un giorno, per l’aiuto prestato per catturare una banda di pirati, ricevette la grazia per tutti i suoi crimini precedenti.

Greaves decise allora di ritirarsi nuovamente alla vita da coltivatore e passò gli ultimi anni della sua vita a fare del bene, attraverso numerosi atti di carità. Si pensa che morì di cause naturali, circondato dal rispetto delle persone che aveva conosciuto ed aiutato.

Probabilmente Greaves non è esistito realmente; ma se lo fosse stato, e potesse sapere che il suo nome è stato affidato ad un uomo come Zef, dal grande senso dell’onore e dal cuore generoso, sarebbe sicuramente felice e fiero. Sarebbe bello poterlo immaginare sfogliare il manga che tanto amiamo; magari, leggendo di Zef, avrebbe lo stesso sguardo che ha il cuoco quando legge sul giornale le notizie riguardanti Sanji.

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