LA MARINA, LA FACCIA ESTERNA DEL GOVERNO

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« I pirati sarebbero il male? E la Marina rappresenterebbe la giustizia? "Bene" e "Male" non sono altro che colori sulla tela i cui nomi cambiano di continuo! I bambini che non conoscono la pace e quelli che non conoscono la guerra vedono il mondo con occhi molto diversi! Solo chi è al potere può stabilire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato! E questo luogo proprio ora si trova a metà strada tra le due possibilità! "La giustizia trionferà"?! Ovvio, perché sono i vincitori ad essere nel giusto! »

 




Quando Doflamingo parlò così a Marineford fece comprendere quella che era ed è la realtà dei fatti, in One Piece, nel mondo reale, ovunque. E’ chi comanda a decidere cosa è il bene e cosa è il male, chi è il bene e chi è il male. Le sue parole non possono non rimanere impresse in noi e non possono, soprattutto, che rappresentare un ulteriore strumento di analisi della grande Marina, la forza armata più potente del Governo Mondiale, la cosiddetta ‘faccia esterna del Governo’ a detta degli stessi 5 astri di saggezza che proprio degli sprovveduti non sono.




Il Governo Mondiale include in sé 170 regni e trova il suo vertice nella mistica terra sacra di Marijoa dove i signorotti si divertono a vivere nel lusso e con l’unico ideale di conservarsi. Farlo è l’unica cosa che conta, il loro regime totalitario assume contorni spietati e macabri, distruzioni come Ohara, uccisioni come quella di Tom il carpentiere ed ancora l’aver lasciata segreta la verità sulla non contagiosità del piombo ambrato della Città Bianca sono l’emblema del loro modo di fare. I nobili di Marijoa manifestano il proprio potere attraverso le forze armate al loro servizio, gli agenti della CP che agiscono nell’ombra e la Marina che è, di fatto, la più presente espressione del Governo Mondiale nei confronti dei cittadini dell’intero mondo. L’equilibrio che le forze presenti al mondo devono mantenere è quello paritario tra la Marina, la Flotta dei 7 e i 4 Imperatori. Tutte le loro decisioni, pertanto, ruotano intorno all’ideale già espresso prima, quello della propria conservazione. La domanda da porsi è però legittima: ma tutti la pensano così all’interno del Governo Mondiale?




Per rispondere devo prendere in riferimento la Marina, l’organo più importante a livello di forza che si conosca, al cui interno i suoi massimi esponenti sono al livello degli Imperatori, il che equivale a definirli big assoluti del mondo di One Piece. E’ proprio nella marina che la varietà di concezione della giustizia prende piede, è difficile trovare anche solo due marines, di alto grado, con la stessa idea a riguardo, è così pazzesco ciò da risultare realistico e veritiero. Le figure più importanti hanno sempre avuto una personalità ben marcata, dal buon Sengoku al forzuto Garp, dal tormentato Fujitora all’assolutista Akainu. Tutti gli Ammiragli(e talvolta anche i vice) hanno dei modi di fare assolutamente unici. Prima di soffermarsi sui singoli casi, però, è opportuno porre una premessa, ovvero che, nel contesto attuale(post time-skip), si è nell’era della pirateria violenta, quell’era che si fonda su uno scontro tra tutte le principali forze del mondo, precedentemente in stallo e, tra queste, rientra una Marina rivoluzionata da Sakazuki che, diversamente da Sengoku, ha imposto un miglioramento, ed ingrandimento, della forza militare. E’ una premessa d’obbligo poiché ora, tutti, volenti o nolenti, dovranno rispettare quella che è la filosofia tipica del superuomo di magma, cioè garantire ordine e, quindi, far rispettare la giustizia a qualunque costo(cito sempre Ohara, è troppo eclatante come caso, ma se volete anche Akainu con Coby a Marineford).




Concluso il preambolo, possiamo finalmente addentrarci nel cuore della nostra trattazione, il vertice della faccia esterna del Governo Mondiale, gli Ammiragli. Il grado più alto della Marina è in realtà ricoperto dal Grande Ammiraglio(prima Sengoku, ora Akainu) ed immediatamente a seguire i tre Ammiragli; tutti e quattro sono più o meno su un livello combattivo paritario. Spiegare il loro ideale di giustizia diventa, almeno come punto di partenza, facile, in quanto è sufficiente prendere in considerazione l’ormai diffusa teoria dei colori che rappresentano un tipo di giustizia ed abbinarli alle nostre fameliche figure. Il rosso di Akainu incarna la Giustizia Assoluta, il perseguire l’ordine e la giustizia a qualunque costo, anche quello di vite umane innocenti. Il blu di Aokiji raffigura, invece, l’esatto opposto, ovvero la filosofia della Giustizia Morale, valutare e giudicare caso in caso, la salvezza dei civili è la priorità e, teoricamente, la marina dovrebbe esistere proprio per proteggerli, almeno formalmente. Il giallo di Kizaru è, infine, l’emblema della Giustizia Neutrale, quella giustizia che non si pone domande, esegue semplicemente l’incarico ricevuto. Deve distruggere qualcosa? Lo si fa, indipendentemente dal fatto che possa essere giusto o meno. Non c’è valutazione, è tutto compiuto in via distaccata, non è importante il perché di una azione, è importante compierla adeguatamente. Queste tre filosofie già note devono poi estrinsecarsi nelle innegabili derivazioni, i cosiddetti colori secondari, e quindi nei due nuovi Ammiragli. Fujitora, la tigre viola, non è altro che la combinazione dei due colori rosso e blu e questa, che può apparire una banalità, lo ha reso uno dei personaggi più interessanti dell’intero scenario, poiché contraddittorio, indeciso, paradossale. Lui rispetta l’ideale basilare di giustizia, compie quello che deve fare, sa che Doflamingo non è un uomo corretto ma, in virtù della sua carica, non gli può andare contro e lo assiste nella cattura dell’alleanza Luffy-Law nonostante questi siano a supporto dei cittadini, solamente che, alla fine di tutta la vicenda, lascia liberi proprio i due che avrebbe dovuto inseguire, per una mera questione morale, scaturente dal fatto che loro abbiano effettivamente aiutato i civili di Dressrosa. In molti, però, hanno criticato questa figura, ma questo è un errore colossale. Può piacere e non piacere, per carità, ma Issho è uno dei personaggi meglio caratterizzati nonché l’emblema di quanto sia contraddittoria la giustizia stessa, per questo non è in grado di avere mai una certezza nelle sue decisioni. Come può esistere un’organizzazione come la Flotta dei 7 formata dai pirati che la stessa Marina dovrebbe cacciare e che, in virtù di tale patto, sono liberi di agire come vogliono(vedi anche Weeble)? E’ follia, ma è così. Tutto ricade sulle spalle di un pover’uomo, perché si, Fujitora sembra proprio venire dalla campagna, sembra essere in una veste che non gli si addice. L’avrei visto come un errante grande uomo a caccia della verità, mai come qualcuno schierato a spron battuto a difesa di una bandiera che purtroppo non rappresenta il vero ‘bene’ ma solo quello del Governo. La sua missione è ripulire la Marina, bene, ma deve fare i conti con quelli che sono gli obblighi del suo incarico. Se questo è valido per il viola, proviamo ora a ragionare in maniera analoga per il Toro Verde che magari potrebbe essere Dalton, chissà. Ovviamente scherzo, ma era un personaggio che mi piaceva molto e perché non ributtarlo in mezzo, anche lui aveva i suoi ideali di giustizia ed era un toro verde. Ed il nostro toro verde Ammiraglio sarà come lui? Dubito. Se ragioniamo in maniera analoga agli altri, otterremo il miscuglio tra colore blu e giallo che renderebbe questo personaggio un profilo abbastanza singolare. Io lo voglio inquadrare come una figura bivalente, capace di ragionare, di perseguire una Giustizia Morale, ma di essere estremamente decisa ad ottenere i suoi obiettivi. Io lo vedo come una persona estremamente saggia e/o intelligente, che rispetto ad un Fujitora fa meno baccano ed è più deciso e conciso, più incisivo per tracciare una sintesi dei due aggettivi. E’ l’elemento che vuole salvare i civili e che per farlo sa come comportarsi, è quel personaggio quasi opposto a Issho: non ha incertezze, sa già cosa fare. Mi piace pensarlo così, come una figura particolarmente astuta, una che non si metterebbe mai a tu per tu con Akainu ma che lo aggirerebbe alle spalle. E’ questo che mi aspetto da lui e da una sua giustizia incentrata sui suoi obiettivi, li deve raggiungere e pensa solamente a questo, nient’altro. Se dovessimo cercare poi di attribuirgli un potere be’, è facile, il verde fa pensare alle piante quindi tutti indichiamo quello, si, ma proviamo a ragionare effettivamente su quali potrebbero essere concretamente le sue abilità. A supporto della tesi del suo frutto, mi basta sottolineare che i colori sono anche vicini ai frutti degli altri Ammiragli, nonostante il viola non sia propriamente gravità ma nulla, di fatto, si avvicina a quest’ultimo. Ghiaccio-blu, rosso-fuoco e giallo-luce e no, non sono giochi dei Pokemon. Per questo credo sarà verde-foglia, tanto per rimanere in tema. Ricapitolando, secondo me avremo di fronte un Ammiraglio astuto, intelligente e che così risulterà anche in battaglia, mosse astute, mirate, bloccare l’avversario con le sue liane, pungerlo, avvelenarlo con delle spore, bloccarlo con delle radici da sotto terra e così via, fin dove emergeranno i limiti del suo frutto. Mi aspetto quindi anche uno stile di combattimento diverso dagli altri. Ed è qui che esagero nella mia illazione. Ogni Ammiraglio ha un modo di combattere che, abbinato allo specifico potere in dotazione, si associa allo stesso carattere. Ragioniamoci. Akainu, ad esempio, attacca per distruggere tutto e tutto distrugge. Aokiji caso opposto, congela tutto ciò che deve essere congelato, è come se fermasse il tempo a suo piacimento, perché lui non ama distruggere, può farlo ma preferisce raggiungere i suoi scopi senza uccidere. Kizaru è l’emblema di chi ha un’arma e non ha paura di usarla, deve uccidere Zoro? Ok, lo pesta e lo fa saltare in aria. Deve uccidere i pirati di Barbabianca? Bene, entra in azione dopo aver chiesto il permesso. Il suo potere agisce su quello che è il suo obiettivo, annienta ciò che deve annientare. Fujitora è più simbolico, quando precipitano i meteoriti è un po’ come quando lui prende una decisione; in virtù della sua carica e del suo potere, ogni scelta che farà peserà come un macigno(vedi il gesto dell’inginocchiarsi) e così, effettivamente, si mostra per tutta Dressrosa. Se questo, probabilmente, forzoso accostamento dovesse essere valido così voglio che sia anche per il nostro Ryokugyu. Intelligente ed astuto? Bene, così dovrà combattere allora. Mosse mirate, strategiche, un muro di piante o di spine, stritola l’avversario, lo isola, lo blocca; lui non distrugge compie solamente la sua missione, quella che decide lui però, non gli altri come per Kizaru. E’ quindi così che me lo immagino. Fisicamente? Qui è difficile, è risaputo, infatti, che Oda si associ, per gli Ammiragli, a degli attori e la mia conoscenza in materia, soprattutto giapponese, è molto scarsa. Me lo immagino grandicello però, voce roca ed oso dirvi anche grande esperienza e sapienza. Chissà, mentre scrivo queste parole mi carico anche io, voglio davvero conoscerlo, sono curioso di sapere che tipo di personaggio ci apparirà davanti.




E sono arrivato alla fine, si, non voglio dilungarmi ancora oltre. In questo articolo mi è piaciuto soffermarmi sulle tanti varianti della giustizia che, paradossalmente, si riscontrano essenzialmente nella Marina che nei vertici ben più alti. I nobili di Marijoa pensano solo al dominio del mondo ed alla propria conservazione, la CP ad eseguire gli ordini lavorando sotto banco e puntando a fermare quei nemici più insidiosi che come loro vivono nel buio, come i Rivoluzionari, senza se e senza ma, in stile Kizaru, tanto per intenderci, un po’ meno plateali magari. Il bello di One Piece è proprio questo, è paradossalmente così vicino alla realtà nella sua fantasia così calcata. Eh si, purtroppo ci sono davvero molti tratti in comune. E voi, chi siete? Che tipo di giustizia perseguite o meglio, in quale visione vi rispecchiate? Io mi associo alla Giustizia Morale, lo dico apertamente. Il marine che prendo come riferimento è essenzialmente Smoker, mi piace molto. E sottolineo che sarebbe gradevole parlare anche del modo di essere pirati, in quel campo, come in questo, c’è tanto da dire ed ognuno può intenderlo a modo suo, ma questa è un’altra storia della quale magari parleremo in futuro. Qui parliamo solo di giustizia, della giustizia del Governo.




(Stefano Antonucci)

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