ONE PIECE NOVEL: LA STORIA DI ZORO – PARTE 1

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One Piece Novel: la storia di Zoro prima dell’incontro con Luffy e l’ingresso nella ciurma di Cappello di Paglia

Il 4 giugno 2024 in Giappone è uscito il numero 18 del One Piece Magazine. Nella rivista è stata pubblicata la prima parte della Novel di Zoro, che racconta le vicende dello spadaccino prima dell’incontro con Luffy.

ONE PIECE NOVEL: ZORO – PARTE 1

È da poco passato mezzogiorno quando Zoro finalmente si sveglia. Il suo primo pensiero è quello di cominciare a bere alcol, ed è strano perché si tratta di un qualcosa che solitamente fa durante le ore notturne. Oggi però è un giorno particolare: l’anniversario della morte della sua migliore amica.

Striscia verso la veranda ancora in pigiama e inclina la bottiglia di vino. Il sakè torbido che si è depositato sul fondo della tazza ha un colore bianco latte denso. Ha un odore acre, forse a causa di una fermentazione insolita, ma Zoro non ci fa caso e lo beve tutto d’un fiato. La sua gola brucia come se fosse in fiamme. Di solito, nonostante quanto beva, non si ubriaca mai troppo, ma in questo particolare giorno si riduce sempre uno straccio. Anche se ne è consapevole, non riesce a smettere di bere.

Ogni anno, il giorno dell’anniversario della morte di Kuina, il cielo è sempre soleggiato. Anche quest’anno è eccezionalmente limpido. Mentre è inginocchiato goffamente sulla veranda, bevendo una tazza di sakè e fissando la polverosa luce del sole, un gruppo di persone vestite a lutto passa dall’altro lato della recinzione. È il corteo funebre di Kuina.

Mentre li osserva, facendo finta di fregarsene, nota che Koushirou, alla testa del gruppo, si asciuga gli occhi. Koushirou è il padre di Kuina e il maestro di Zoro. Zoro sobbalza e distoglie lo sguardo. Pensava di aver finalmente superato il tempo del pianto, ma vedendo il suo maestro commosso, sente le lacrime tornare. Quanti anni sono passati dalla sua morte?

Stranamente, anche se la commemorazione dell’anniversario della sua morte doveva essere una piccola cerimonia tenuta dai suoi parenti stretti, vi partecipano persone da tutto il villaggio. Perfino i bambini piccoli, che non conoscevano Kuina, erano nel corteo con un’espressione strana sul volto. Era nata questa mezza leggenda secondo cui c’era una ragazza che sembrava una divinità feroce e che aveva vinto duemila duelli consecutivi contro quel Zoro.

Si era quindi diffusa una strana leggenda: se visiti la sua tomba nel giorno del suo anniversario di morte, le tue abilità di spadaccino migliorano. Per essere precisi, le vittorie erano duemila e una. La notte prima della morte di Kuina, Zoro la sfidò in un duello e fu sconfitto facilmente. Dal punto di vista di Zoro, quella leggendaria serie di vittorie della divinità feroce rappresenta la sua vergognosa serie di sconfitte. “Che sciocchezza…”

Zoro ingoiò il sakè tiepido, cercando di distrarsi dai suoi sentimenti. La sensazione di ebbrezza che otteneva bevendo alcol era un piacere sconosciuto a lui da bambino. La prima volta che assaggiò il sakè caldo che Koushirou gli diede, ne fu così profondamente colpito che la sua lingua si intorpidì.

Pensò di andare più tardi alla tomba di Kuina e offrirle un drink, ma a questo punto non sapeva se lei avrebbe apprezzato il gusto o meno. Se fosse stata una non bevitrice, ora si sarebbe rifiutata anche solo di berne un po’, ma lui l’avrebbe incoraggiata a farlo. Oppure, avrebbe potuto essere una forte bevitrice come Zoro e avrebbero potuto trascorre notti di gare di bevute tra loro. Questo, se Kuina fosse stata viva. Si rese conto che si stava agitando con queste fantasie e ne era disgustato. Non intendeva essere un uomo debole che continua a inseguire l’ombra della sua migliore amica morta. Che Kuina fosse viva o meno, c’era una sola cosa da fare.

“Facciamo una promessa! Un giorno uno di noi sarà il miglior spadaccino del mondo!”

La voce del suo io più giovane si risvegliò e risuonò nelle sue orecchie. Non volendo diventare sentimentale, Zoro alzò la bottiglia di sakè e bevve.Cosa? È vuota?” Dopo aver leccato le ultime gocce, gettò l’intera tazza di sakè sotto il bordo. Il suono della porcellana che si rompeva spaventò un topo di campagna che schizzò via con la coda alzata. Prima che se ne rendesse conto, il corteo funebre era passato. Un piccolo passero si posò sopra la recinzione e cinguettò.

Terminato il suo allenamento poco dopo mezzogiorno, si diresse al pozzo per lavarsi i piedi. Mentre si toglieva la canottiera per asciugarsi, sentì la voce di una bambina che cantava avvicinarsi a lui.

Lo Spadaccino – Mihawk. L’uomo che chiamano “Occhi di Falco”… Brandisce tecniche di spada troppo rapide per l’occhio umano… Ssshh-Ssshh! Fluidamente e silenziosamente, ti ha appena tagliato la testa… Non ti accorgerai nemmeno, che sei già morto…

zoro

Questa era una canzone che venne canticchiata da un viaggiatore che arrivò in questo villaggio alcuni anni fa. Divenne rapidamente popolare tra i bambini e ora è diventata una canzone classica per giocare a campana. A cantarla era una bambina di nome Himari, l’unica figlia dell’albergatore. Si fermò accanto a Zoro e disse:

“La cerimonia della Barca di Fuoco di stasera è stata cancellata. Probabilmente non saresti venuto, ma sono venuta a dirtelo comunque.”

“Cancellata? È successo qualcosa?”

Si trattava di una cerimonia in cui delle candele vengono messe in barche intrecciate con foglie di bambù e fatte galleggiare lungo un fiume. È la cerimonia più importante eseguita durante l’anniversario della morte di una persona. Serve a guidare l’anima del defunto di ritorno nel regno dei morti.

Zoro alzò un sopracciglio, chiedendosi cosa potesse essere successo, dato che non c’erano segni di pioggia. Himari sussurrò:

“Hanno detto che potrebbe apparire un bandito.”

A quanto pare c’erano stati frequenti casi di persone fatte a pezzi da un ladro che si intrufolava in casa di notte. Molti di quelli che sono stati attaccati erano spadaccini esperti. Proprio l’altro giorno, un dojo in un villaggio vicino è stato attaccato e quasi tutti gli spadaccini sono stati uccisi. A quanto pare, gli adulti del villaggio Shimotsuki erano spaventati, quindi hanno deciso di proibire alle persone di vagare durante la notte.

Sentendo questa storia, Zoro disse deluso:

“Che sciocchezza…”
“Mi piacerebbe affrontare questo codardo che uccide le persone nel sonno…”

(Himari) “Non è possibile. Perché ti attacca di sorpresa mentre dormi. Può essere codardo, ma si tratta di un modo per vincere in questo mondo.”

Forse è perché parla sempre con i clienti dell’albergo che Himari a volte parla come un adulto.

(Himari) “Inoltre, secondo le voci, sembra che questo ladro sia in realtà un rinomato spadaccinoPotrebbe trattarsi dell’invincibile spadaccino”

(Zoro) “E chi sarebbe?”

(Himari) “Mihawk, Occhi di Falco.”

Cosa?

Non c’era vento, ma il secchio che aveva posizionato sul bordo del pozzo cadde improvvisamente. Qualche secondo dopo, si udì un sordo schizzo dal fondo.

(Zoro) Non c’è modo che uno dei membri della Flotta dei 7 venga improvvisamente in questa cittadina di campagna.”

(Himari) “Non so! È solo che sono circolate delle voci per un po’”.

Anche se nessun altro stava ascoltando, Himari guardò attentamente intorno a sé e sussurrò di nuovo:

(Himari) “Lo sapevi? Alcuni anni fa, sembra che un forte sfidante dojo-yaburi abbia iniziato ad apparire nei dintorni di questo villaggio”
(Himari) “Non importa quanto forte sia l’avversario, lui lo sconfigge facilmente ed è stato detto che è forte come un demone.”

NOTA DEL TRADUTTORE: dōjōyaburi (道場破り) (letteralmente “distruzione del dojo” o “invasione del dojo”) è l’azione di visitare una scuola di arti marziali rivale per sfidarne i membri. Lo sfidante combatte contro il miglior o il combattente scelto del dojo in uno scontro di stili di combattimento. Il perdente perde il suo prestigio marziale e, in molti casi, i suoi apprendisti lo abbandonano per la scuola del vincitore.

(Zoro) “Heehhh…”

(Himari) “A quanto pare, ha visitato i dojo da queste parti cercando avversari forti e ha vinto 2000 combattimenti di fila. Sembra quasi qualcuno che vuole imitare Kuina…”

(Zoro) “Si tratta di qualcosa di piuttosto impressionante.”

Himari mise le mani sulla schiena di Zoro, lo guardò e disse con voce secca:

(Himari) “Sei anche tu uno spadaccino, Zoro, quindi per favore stai attento, ok? Anche se si dice che l’unica persona che potrebbe batterti in questo villaggio è già morta, secondo mio Papà nel mondo ci sono Orsi che non puoi sconfiggere.

(Zoro) “Eh? Cosa significa?”

(Himari) “Per quanto tu sia forte, Zoro, sei comunque solo una mantide religiosa.”

Zoro rifletté sulle sue parole per un po’.

(Zoro) “Anche se mi sono fatto un nome in questo villaggio, sono solo una mantide religiosa che ha divorato insetti più deboli di me. Se vado lontano da qui e incontro un orso, non c’è modo che possa batterlo… o qualcosa del genere. È questo che stai cercando di dirmi?”

(Himari) “Sì, esatto!”

Himari aveva un’espressione soddisfatta sul volto.

(Himari) “Ogni cliente che viene alla nostra locanda dice che il mondo è vasto. Non importa quanto forte tu sia, Zoro, se ti trovi di fronte a un mostro come ‘Occhi di Falco’, verrai sconfitto facilmente!”

(Zoro) “Non lo saprò per certo se non combattiamo.”

(Himari) “No, non ci pensare nemmeno. Se perdi, ti taglierà la testa!”

Swish Swish! Fluidamente e silenziosamente, ti ha appena tagliato la testa… Non ti accorgerai nemmeno che sei già morto…

La canzone dei bambini avverte della forza di Mihawk. Non è qualcuno contro cui puoi combattere. Se non vuoi morire, devi scappare.

(Zoro) “Non scapperò. Se perdo, significa solo che questo è il mio limite come uomo. Tutto qui.”

(Himari) “Non farlo! Il tuo avversario ha vinto 2000 duelli consecutivo!”

(Zoro) “Questa impresa in fin dei conti non è così impressionante.”

(Himari) “Dovresti vincere 2000 combattimenti di fila prima di dire una cosa del genere!”

Himari stava per piangere mentre tirava forte l’orlo dei vestiti da allenamento di Zoro.

Questa bambina era diversa da Kuina e Zoro. Non aveva ambizioni di combattere contro un avversario potente o di diventare più forte di chiunque altro. Tuttavia, a Zoro non importava. Ci sono persone che sono deboli e lui voleva semplicemente proteggerle. Ma Zoro non sapeva fino a quando rimarrà qui al Villaggio Shimotsuki.

(Zoro) “Smetti di aggrapparti a me.”

Mentre cercava di staccarsi dalla stretta di Himari, Zoro tirò fuori una lama corta dai suoi vestiti. La usava a volte per preparare il pesce per le anziane donne con la vista offuscata. Odorava un po’ di pesce, ma era molto affilata.

(Zoro) “Te la do.”

(Himari) “Cos’è?”

(Zoro) “È per la tua autodifesa. Cerca di abituartici.”

Himari fissava intensamente la lama corta che le veniva consegnata. Parlò poi delusa.

(Himari) “Non posso combattere, io sono una ragazza.”

Quella notte ogni casa abbassò presto le luci. Gli abitanti del villaggio si rinchiusero nelle loro piccole case come caprette. Tutti temevano che il famigerato “Occhi di Falco” Mihawk arrivasse.

Zoro camminava velocemente lungo il silenzioso sentiero del villaggio. Arrivò lungo il fiume ai margini del villaggio. Lungo il cammino, aveva intrecciato una piccola barca fatta di foglie di bambù strappate e vi aveva posto sopra la candela che aveva portato con sé. “Qual è anche il significato di questa luce?” pensò.

Zoro non era abituato agli anniversari di morte, quindi non aveva partecipato alla celebrazione negli anni passati. Ma quest’anno, non può che farlo da solo. Questo perché tutti hanno paura di Mihawk e non escono dalle loro case. Accovacciandosi, fece galleggiare la piccola barca con la lampada lungo il fiume. La barca cavalcò rapidamente la corrente del fiume, ma dopo un po’, si capovolse.

(Zoro) “Eh? Perché?”

Strano. La barca che aveva visto quando era bambino galleggiava facilmente lungo il corso del fiume. Ne fece un’altra e la fece galleggiare, ma affondò subito dopo, quindi rinunciò. Secondo la leggenda, se la nave affonda, l’anima del defunto non potrà tornare nell’oltretomba e vagherà senza meta nel mondo dei vivi per un anno.

“Beh, non è un grosso problema” pensò.

Era una notte di luna piena. L’acqua del fiume era così limpida che si potevano distintamente vedere i pesci. Mentre fissava senza vedere il riflesso affondante della luna piena nel letto del fiume, all’improvviso vide una figura tra i cespugli sulla riva opposta del fiume.

L’oscurità era come quella di un falco notturno. Istintivamente, Zoro pensò che questo fosse il “bandito” di cui aveva parlato Himari. Vedendo il modo in cui si muoveva, non sembrava una persona comune. Il modo in cui scomparve e scivolò attraverso la notte era simile a quello di un falco notturno.

Forse quell’uomo era davvero “Occhi di Falco” Mihawk. Il bandito camminava lungo la riva del fiume invece di attraversare il ponte. Probabilmente era intenzionato a fare un giro intorno al lato nord del villaggio per non farsi vedere.

Era un uomo imponente.

La residenza di Koushirou era laggiù.

Se Zoroavesse tagliato attraverso il villaggio, avrebbe potuto intercettarlo. Zoro corse. Arrampicatosi oltre la recinzione, corse dritto dentro la casa dal corridoio esterno. Diede un calcio alla porta scorrevole per aprirla.

Maestro!” chiamò Zoro.

Koushirou, che stava sdraiato sul futon, saltò in piedi. Zoro, con i piedi ancora sporchi, si accovacciò accanto ai cuscini con le spirali antizanzare accese e chiamò di nuovo. “Maestro!”

“Zoro! Cosa ci fai qui a quest’ora tarda?” chiese Koushirou.

“C’è un assassino in arrivo. Uno abile,” rispose Zoro.

“Cosa? Un assassino?” Koushirou era stupito.

“Lo affronterò. Ti prego, permettimi di aspettare qui,” disse Zoro.

Mentre pronunciava queste parole, chiuse la porta scorrevole alle sue spalle, impugnò la sua spada e si sedette. Koushirou, non capendo appieno cosa stesse succedendo, cercò i suoi occhiali alla cieca ma rinunciò.

In tal caso, te ne farò carico io,” disse Koushirou.

Detto questo, si sdraiò di nuovo sul futon. Zoro presto sentì russare, ma forse Koushirou faceva solo finta di dormire.

Zoro afferrò l’elsa della sua spada e la scosse leggermente, assicurandosi che il rivetto della spada fosse stretto. Si rese conto che era teso, cosa strana per lui. Si asciugò le mani sudate sul futon del suo maestro.

“Occhi di Falco” Mihawk. Quello che chiamavano il più forte spadaccino del mondo. Era davvero venuto in questo piccolo villaggio? In qualche modo, solo pensare al nome di Mihawk lo emozionava. Era inciso nel suo corpo. Per mantenere la promessa fatta a Kuina, era un uomo che doveva sconfiggere a tutti i costi. Per diventare il Miglior Spadaccino del Mondo.

La promessa tra Zoro e la sua amica d’infanzia era il suo obiettivo e, allo stesso tempo, la sua ragione di vita. Non era soltanto per Kuina. Lui stesso lo voleva. Tutto ciò che era successo quel giorno – il fatto che Kuina, più forte di lui, fosse morta per qualcosa di così banale, la possibilità di scontrarsi nuovamente con lei che gli era stata tolta per sempre e anche il fatto che non l’avrebbe mai più vista – era tutto così frustrante per lui.

Se non avesse almeno portato a termine questa la promessa, non avrebbe potuto accettarlo. Afferrò di nuovo la sua spada infilata nella sua guaina e prese un respiro profondo leggermente.

In quel momento, il pavimento del corridoio scricchiolò. La polvere che si era accumulata sulla porta scorrevole tremò.

È qui.

In quell’istante, Zoro estrasse la sua spada. La lama scintillava alla luce della luna che filtrava dalla porta scorrevole. Diede un calcio alla porta scorrevole aprendola e vide una figura nel corridoio.

“Chi va là?” Zoro domandò.

Sono qui per una sfida dojo-yaburi,” rispose il bandito.

A quest’ora tarda della notte?” chiese Zoro.

La voce del bandito suonava giovane. Sembrava troppo giovane, ma ancora non poteva concludere che non fosse Mihawk.

“Se non vuoi farti male, lascia che ti uccida silenziosamente. Ho ucciso 2000 persone finora. Non ho mai perso,” vantò il bandito.

Mentre diceva questo, il bandito non aveva ancora estratto la sua spada. Sembrava stesse cercando di scoraggiare Zoro vantandosi della sua impresa di 2000 vittorie.

“Tira fuori la spada!” gridò Zoro. “Ti stavo aspettando qui. Non ti lascerò andare a mani vuote.”

“Tu sei il capo di questo dojo?” chiese il bandito.

Esatto, confermò Zoro con indifferenza.

“No, non lo è,” intervenne Koushirou alle sue spalle di lui. “Io sono il capo del dojo.”

Lo sguardo del bandito si volse oltre Zoro nella direzione della voce. Zoro era irritato e abbassò la sua postura.

“Io sono il più forte in questo villaggio. Hai qualche problema con questo?” Zoro affermò.
Nessuno,” rispose il bandito.

Appena rispose, il bandito estrasse la sua spada, fece un passo avanti e sferrò un colpo laterale a Zoro. Una persona normale avrebbe semplicemente evitato l’attacco saltando indietro, ma Zoro si mosse verso il petto del suo avversario e prese l’attacco con la guardia della sua spada. Il colpo del nemico era così pesante che la sua mano si intorpidì, ma senza vacillare, ribatté. Il bandito ruppe la sua posizione e barcollò.

Gli occhi di Zoro divennero simili a quelli di uno squalo.

Non lasciandosi scappare questa opportunità, Zoro cercò istantaneamente di colpire il suo lato destro. Ma i suoi piedi scivolarono. Il corridoio era bagnato di olio.

Koushirou doveva averne versato un po’ mentre portava l’andon (lanterna)

Zoro raddrizzò la sua posizione disordinata della spada con pura forza di volontà e avanzò con forza. Ma il bandito schivò e, con un eccessivo slancio, abbatté la porta scorrevole e uscì rotolando nel giardino.

Qualunque cosa fosse successa, non lasciò cadere la sua spada.

Zoro, coperto di muschio, balzò in piedi. Il bandito estese la punta della sua spada. Fece una smorfia e avanzò. Da quel momento, fu una lotta di spada.

Bagnati dalla luce della luna, le loro lame si scontravano, sparando scintille, e prima che le vibrazioni sonore si fermassero, i colpi imminenti continuavano.

Occasionalmente, Zoro veniva ferito sulle guance e sull’addome, ma erano tutte ferite superficiali.

Per un po’, si continuarono a sfidare senza respirare, si avvicinarono, avanzarono l’uno verso l’altro diverse volte, e ancora una volta, presero distanza.

Entrambe le lame erano ora tinte di rosso.

zoro

Zoro assunse una posizione al centro e fissò il bandito. Vedeva il suo viso frontalmente per la prima volta.

“Lo sapevo. Sei chiaramente qualcun altro.”

Non assomigliava affatto all'”Occhi di Falco” Mihawk che aveva visto sul manifesto dei ricercati. Era un uomo dal viso slanciato, dall’aspetto nervoso.

Avendo combattuto finora, sapeva che le sue abilità non erano da sottovalutare, ma vantarsi di 2000 vittorie sembrava esagerato.

“Stronzo, qual è il tuo scopo? Sembri prenderti la briga di mirare solo a coloro che sanno usare una spada. Ignori gli anziani e i bambini. Stai agendo come una sorta di ladro nobile?” chiese Zoro.

Per niente…” il bandito tirò le labbra. Forse aveva cercato di fare fare una faccia sprezzante, ma la sua voce era eccitata. “È solo che mi diverto a vincere contro avversari più forti.

“Allora è ancora più strano. Ti insinui nel cuore della notte come un codardo. Cosa c’è da godere in una vittoria del genere?” chiese Zoro.

Codardo? Anche se è un attacco a sorpresa, se lo uccido, vinco. Questo è ciò che conta in un match,” rispose il bandito.

“Quindi è così,” pensò Zoro ed era sorprendentemente sollevato.

Gli attacchi notturni sono vantaggiosi. Gli altri possono fare ciò che vogliono, ma Zoro preferirebbe morire piuttosto che ricorrere a quei mezzi. Ma se vengono sorpresi perdono, la colpa è comunque loro. Se il bandito dovesse uccidere Zoro qui, allora sarebbe anche colpa di Zoro.

Capisco. Ora ho capito,” disse Zoro.

Zoro scosse la spada per liberarla dal sangue e lo provocò. “Continuiamo.”

“No. Fermiamoci qui. Sono un uomo che ha vinto 2000 sfide dojo-yaburi. Tu sei solo un semplice spadaccino di campagna. Non c’è modo che tu possa battermi,” disse il bandito.

“Ti stai ancora vantando di quello?” Zoro era stufo dei lunghi monologhi del bandito. “Sei abbastanza abile. Ma non abbastanza da vincere 2000 scontri. Non so dove hai sentito una tale voce di un sfidante dojo-yaburi del genere, ma la tua vera forza non cambierà anche se cerchi di coprirla con un falso prestigio.”

“Falso, dici?” La voce del bandito tremava.

Zoro doveva aver toccato una corda sensibile. Il bandito si mosse in avanti.

Cosa ne sai tu!” gridò il bandito.

Il bandito brandì la sua spada con forza e si precipitò verso Zoro. Solo pochi istanti prima, i due erano alla pari. Rispetto a Zoro, che stava aspettando di aprire la porta scorrevole, gli occhi del bandito non erano ancora abituati alla luce, essendo venuti da un ambiente di totale oscurità. Ma questa volta era diverso. Entrambi erano usciti nel giardino. L’avversario respirava pesantemente, ma Zoro stava ancora bene.

“Potremmo non vederci mai più, quindi te lo dirò, Zoro disse.

Dopo aver leggermente spazzato via la lama del bandito, Zoro contrattaccò con la punta della sua spada tracciando il contorno della luna piena.

Sparì coperta da una spruzzata di sangue. Con un solo colpo, l’uomo cadde silenziosamente a terra sulla schiena.

Contro quest’uomo, questa era la sua vittoria numero 2001.

Zoro aveva deciso di non lasciare il Villaggio Shimotsuki fino a quando non avesse eguagliato il record di vittorie di Kuina.

Koushirou, che aveva osservato l’esito della battaglia mentre era seduto nella sua camera da letto, chiuse gli occhi quando il bandito cadde a terra.

E’ giunto il momento dell’addio.

Era passato molto tempo da quando Koushirou era riuscito a vincere contro Zoro in un incontro. Alla ricerca di avversari con cui combattere, Zoro iniziò a recarsi nei villaggi vicini, rimanendo imbattuto. Si presentava improvvisamente senza dichiarare il suo nome e sconfiggeva facilmente tutti i forti combattenti che si presentavano, poi faceva ritorno a casa.

Dopo di che, tutti gli abitanti si chiedevano chi fosse quello sfidante dojo-yaburi? Ci furono momenti in cui si diffondevano voci e veniva respinto da ogni parte, ma si recò lontano in vari luoghi e in qualche modo riuscì a guadagnarsi 2000 vittorie di fila proprio qualche giorno prima.

E finalmente, stanotte, ottenne la sua 2001esima vittoria.

Aveva finalmente eguagliato il record di vittorie di Kuina, stabilito poco prima di morire. Non c’era più spadaccino in questa regione che potesse competere con Zoro.

Se non avesse viaggiato attraverso il continente, non avrebbe potuto incontrare il forte avversario che stava cercando.

“Non andare in giro a prenderti meriti per i successi altrui”, disse Zoro mentre sventolava la spada per liberarla dal sangue e la riponeva nella sua fodero.

Sembrava normale, ma dalla sua voce si sentiva un’eccitazione animalesca.

Proprio come quest’uomo, anche Zoro sentiva la pressione.

Nel suo cuore, Zoro avrebbe potuto lasciare questo villaggio prima se non fosse stato così ossessionato dal raggiungere le 2001 vittorie. Ma anche in questo modo, quel giorno era giunto.

Era riuscito ad adempire alla promessa a Koushirou, ovvero che non avrebbe lasciato il villaggio fino a quando non avesse eguagliato il record di vittorie di Kuina.

“Quindi te ne stai andando, Zoro?” Koushirou si mise i sandali e scese giù nel giardino. Porse a Zoro le due spade che aveva lasciato sul corridoio esterno. Zoro usava lo stile delle tre spade per combattere, ma stasera aveva combattuto solo con una spada. Se non fosse stato per tali restrizioni, non sarebbe stato un combattimento leale.

“Sono sicuro che anche gli abitanti del villaggio vorrebbero salutarti. Non vuoi aspettare fino a mezzogiorno di domani prima di partire?”

A Zoro non sembrò importare, ma come al solito, scosse la testa.

“Me ne vado adesso. Per favore, gli dica qualcosa”

Koushirou, con un sorriso forzato, pensò che fosse stato messo in una posizione difficile Poteva quasi immaginare i volti tristi dei bambini. In particolare Himari, che sicuramente avrebbe pianto. Sembrava che avesse una cotta per Zoro.

Lasciarono la tenuta e camminarono in silenzio. Sarebbe stato un lungo viaggio, ma Zoro non aveva fatto nessun bagaglio. Finché aveva le sue spade con lui, qualunque cosa succedesse, si sentiva al sicuro. Appena arrivarono sulla riva del fiume ai margini del villaggio, Zoro si fermò.

“Qui va bene, Maestro.”
Zoro si inchinò e disse: “Grazie per esserti preso cura di me”.

zoro

Anche se di solito non si inchina correttamente, in quel momento mostrò il suo rispetto con grazia.

Anche Koushirou inclinò silenziosamente la testa. Si sentiva il suono dei grilli che cinguettavano. Non desiderò mai che Zoro o Kuina diventassero il Miglior Spadaccino del Mondo. Tuttavia, il piccolo ranocchio, senza pensare ai sentimenti dei loro genitori, sognava il grande oceano e si arrampicava sul pozzo. Il desiderio di Koushirou per i suoi preziosi studenti è che restino fedeli al loro codice d’onore.

Finché rimane fedele alle sue convinzioni, sarebbe la cosa migliore.

“Vai avanti, Zoro”, disse Koushirou.

Lasciare il villaggio nel giorno del anniversario della morte di Kuina era stata un’occasione troppo importante. Ma la luna e le stelle brillavano, quindi era una grande notte per partire.

“Lavorerò sodo”, disse Zoro.

Mentre si girava sui tacchi e stava per camminare avanti, si ricordò improvvisamente qualcosa e si fermò.

“Maestro. Puoi dire qualcosa ad Himari per me? Digli che sono un orso.”

A dire il vero, aveva ancora un piccolo risentimento nei confronti di Himari per quello che era successo durante la giornata.

Koushirou non aveva idea di cosa volesse dire, ma annuì e disse: “Capito.” Come spadaccino, aveva un po’ di invidia per lui. Ma più di tutto, aveva la convinzione che Zoro potesse raggiungesse uno stato mentale che Koushirou stesso non aveva raggiunto.

Qual è la Spada più Forte? Gliel’aveva già chiesto.

È una spada che protegge ciò che deve essere protetto e taglia ciò che deve essere tagliato. Sono sicuro che Zoro lo capirà un giorno in un mondo splendido dove esistono solo abilità marziali ben affinate. “Vai avanti, Zoro”, mormorò Koushirou tra sé e sé. Come vedere attraverso un velo di garza, osservò la schiena del suo discepolo scomparire nell’oscurità indistinta.

PER DIVENTARE IL MIGLIOR SPADACCINO DEL MONDO, ZORO LASCI FINALMENTE IL VILLAGGIO DI SHIMOTSUKI. COSA LO ATTENDE DURANTE IL SUO VIAGGIO ALLA RICERCA DI MIHAWK, COLUI CHE CHIAMANO IL PIÙ FORTE SPADACCINO DEL MONDO?

TO BE CONTINUED….

1 commento su “ONE PIECE NOVEL: LA STORIA DI ZORO – PARTE 1”

  1. Mi fa sorridere la parte:
    “Se vado lontano da qui e incontro un orso, non c’è modo che possa batterlo… o qualcosa del genere.”
    Come se stesse predicendo lo scontro che avrà contro Orso Bartholomew

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