One Piece: Uomo vs Dio

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PREMESSA DOVEROSA

E IL PRIMO GIORNO L’UOMO CREÒ DIO

 

Essi non conoscono né comprendono nulla; camminano nelle tenebre; vacillano tutte le fondamenta della terra. Io ho detto: «Voi siete dèi, siete figli dell’Altissimo. Eppure morrete come tutti gli altri uomini».1

 

Quella notte non aveva stelle, era come se le tenebre avessero inghiottito tutta la luce di questo mondo. Per le strade c’era un silenzio totale, interrotto soltanto da un rumore prolungato, straziante e incredibilmente acuto.

Erano urla.
Urla di follia.
Il Re del paese di Fagiolia, nel North Blue, stava morendo, o almeno questo era quello che sostenevano i medici di corte. La regina faceva su e giù per i corridoi del palazzo, pensando ad una soluzione per il suo povero marito.

 «ZEEEEEEEEEEEHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH AHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!»

 

I medici non riuscivano a capire perché il loro sovrano facesse questi versi così sgraziati.
«Io propongo un clistere di fagioli», diceva uno…
«Io credo che il problema sia semplice», diceva un altro. «Il nostro Re ha mangiato a pranzo due frutti e ora si sente scoppiare. Deve moderare la sua alimentazione».
Parole infinite che non portavano a nulla.

Ad un tratto la porta si spalancò. La regina irruppe nella stanza. «Fuori di qui! Tutti quanti!»
I medici, terrorizzati, scapparono.
La regina si avvicinò al letto: «Marito mio adorato, cosa vuoi che faccia per recarti sollievo?»
Il Re la guardò: «Zehahahahah! Donna, raccontame la sdoria de Marlin Manson!»
Ormai sembrava aver perso il senno.
Mentre lei pensava ad una soluzione, il Re cadde dal letto con un tonfo. La Regina si chinò per soccorrerlo e vide nei suoi occhi qualcosa di strano. Pensò che il Re fosse tornato in sé, nonostante non si reggesse in piedi e strisciasse verso il balcone. Quando lo raggiunse, appoggiò l’indice al vetro appannato e scrisse qualcosa.

 

REVRND

 

La Regina, finalmente, capì. Sapeva cosa fare.

Il Reverendo arrivò scortato da due guardie reali. Vedendo il re farfugliare, aprì la sua borsa ed estrasse una fiala e un oggetto avvolto in un fazzoletto. Era un pezzo di gomma con su scritto “RABBER”. Lo tagliò a pezzettini e lo miscelò insieme alla fiala, che conteneva un liquido color vomito chiamato “Esigenze di trama”. Fece bere la medicina al Re, che dopo due secondi crollò.

«Per quanto tempo ho dormito?»

«Un giorno e mezzo, mio signore».

«Bene, mia moglie ha capito il messaggio, altrimenti non sarei vivo. Che cosa mi è successo?»

«Era un demone maligno, sire, si era impossessato del vostro corpo» rispose il Reverendo. «Il mio filtro con esigenza di trama fa allontanare i personaggi seri e ben strutturati e fa vincere quelli banali e stereotipati… SEMPRE. Era normale che se ne andasse.»

«Molto ottimo… a proposito, sai cosa mi fai venire in mente quando parli di esigenze di trama?»

«Ditemi pure.»

«Conosci quella storia… di quel ragazzo che ha sconfitto una divinità su un’isola del cielo?»

Il Reverendo lo guardò per un istante. «Sire, non era una divinità, si trattava semplicemente di un uomo che aveva mangiato un frutto del Diavolo molto potente.»

«E che importa! La differenza tra un uomo e un dio è che il primo possiede dei sudditi, il secondo invece, dei seguaci. Al sovrano viene data fiducia mentre al dio viene data fede. Quell’uomo non era temuto come si teme un tiranno, ma venerato come si venera una divinità.»

«Vedo che vi siete ripreso bene, mio signore» disse ironicamente il ragazzo. «In effetti, è proprio così. La fede è fiducia senza una prova che possa avvalorarla, che possa confermarla. Potremmo osare definendola quasi l’estremismo della fiducia.»

«Ricordo che lessi la biografia postuma che parlava di questo ragazzo divenuto famoso in pochissimo tempo» fece il Re, scegliendo le sue parole con cura, «e c’era scritto che mentre lui combatteva Enel, il dio di Skypiea, tutta la popolazione pregava. PREGAVA! Credevano che tenendo le mani unite e gli occhi chiusi avrebbero aiutato a sconfiggere il tiranno.»

«La preghiera è sempre stata lo strumento che l’umanità ha usato per darsi l’illusione di fare qualcosa di utile, di attivo, mentre in realtà è solo delegazione passiva dei propri bisogni a qualcun altro, in attesa che li risolva lui, che sia un ragazzo di gomma o una divinità stessa.»

«Senti un po’, reverendo», il sovrano piegò le dita a mo’ di virgolette, «com’è che sei così cinico riguardo la religione? Non dovresti essere un uomo di fede, tu?»

«Mio signore, in realtà io ho abbandonato da un pezzo l’abito talare. Per molto tempo sono stato un reverendo ad Annville, Texas, un’isola del West Blue. Ho girato in lungo e in largo alla ricerca di Dio e non l’ho trovato. Alla fine del mio viaggio mi sono reso conto che era stato il viaggio stesso ad avermi allontanato da lui.»

Il Re sorrise. «Ragazzo mio, secondo te perché il popolo di Skypiea venerava Enel?»

«Perché aveva un potere che non riusciva a spiegare?»

«Quasi. Era l’isolazionismo ad aver creato l’ignoranza. Quella gente non riusciva a spiegare il potere del Goro Goro perché non aveva mai visto nient’altro che quello. Non avevano viaggiato come hai fatto tu, non avevano mai avuto la possibilità di fare confronti con altri poteri. Se ciò fosse successo, avrebbero ridimensionato il potere divino di Enel a semplice abilità di un Rogia, un frutto del Diavolo come altri.»

Il reverendo annuì. «Per secoli l’uomo si è sentito impotente perché si è scontrato con forze della natura che non riusciva a comprendere, così si è rassegnato e ha usato come ultima carta la venerazione. Il passo successivo è la creazione di un culto nel quale la venerazione viene perpetrata nel tempo. Il potere di Enel è la metafora dei tuoni che l’uomo delle caverne sentiva dalla sua grotta e che associava a qualche divinità iraconda.»

«Bravissimo! Lo vedi che ci capiamo, io e te? Una religione si crea mettendoci dentro tante superstizioni e facendole fermentare nel corso dei secoli. A forza di ripeterle milioni di volte, quelle menzogne diventeranno realtà».

«A questo punto non mi resta che farvi una domanda, mio signore.»

«Parla pure, lo sai che non devi pensare due volte. Bisogna agire subito, è questo il trucco».

Il Reverendo stava per formulare la sua frase quando la porta della camera da letto si spalancò, facendo sobbalzare entrambi dallo spavento.

Era la Regina. Sembrava livida di rabbia.

«Da quanto tempo sei sveglio?! Sono due giorni che non chiudo occhio e tu stai conversando piacevolmente?! Non hai avuto neanche l’accortezza di avvisarmi?! IO SONO LA TUA REGINA!»

Il Re abbozzò un sorriso. «Tesoro, ti prego, hai ragione, ma stavamo facendo simposio e la chiacchierata si è prolungata un pochino… ma non cred…»

«NIENTE “MA”!», strillò la Regina, gli occhi iniettati di sangue. «Ora alzi il sedere dal letto e pranzi insieme a me, hai bisogno di nutrirti. E hai tre minuti di tempo!»

Il Re e il Reverendo abbassarono lo sguardo. La Regina scagliò i suoi occhi infuocati su di loro, poi uscì dalla camera, sbattendo la porta.

Il Re sospirò. «Dimmi, Reverendo, tu che scacci via i demoni… hai una fiala che scacci via mia moglie?»

«C-come dite?»

«Stavo scherzando… dietro un grande Re c’è sempre una grande Regina.»

«Bene, sire, il mio lavoro è finito. Io vi auguro una veloce guarigione e che possiate ritornare presto in salute».

Il Re aggrottò la fronte. «Dove credi di andare? Tu resti qui.»

«Mio signore, non voglio disturbare, non potrei mai intromett…»

«Non ti preoccupare, bel, io sono uno diretto che parla una volta sola. Se vuoi restare sei il benvenuto, altrimenti resti lo stesso perché l’ho deciso io.»

Il Reverendo sollevò la mano destra in alto, come a volersi scusare. «No no! Sarebbe un vero onore per me!»

Il Re sorrise. «Allora siamo d’accordo. Ti aspetto di là fra due minuti. Abbiamo ancora molto di cui parlare io e te».

 

E IL SECONDO GIORNO DIO CREÒ IL DIAVOLO

 

Il nome di Satana è presente 18 volte nell’Antico Testamento e dobbiamo subito premettere che la maggior parte di ciò che si crede o si pensa di sapere su di lui non proviene da questo libro. In ebraico il termine “Satana”, [satàn], significa “avversario” [avversario politico o anche legale come ad esempio due avvocati in tribunale che sono l’uno il “satàn” dell’altro NDR] ed è un vocabolo con il quale si definisce una funzione precisa: quella dell’antagonista, così come il termine malàkh (angelo) identifica semplicemente la funzione del messaggero. “Satan” (avversario o accusatore) è un concetto usato sia per gli uomini che per i malakim (angeli). Il fatto stesso che sia spesso preceduto dall’articolo documenta oltre ogni dubbio che non si tratta di un nome proprio attribuito a un individuo, materiale o spirituale che sia: indica quindi uno status o un compito.3

 

Il cameriere fissava il Reverendo in attesa di risposta: «E da bere? Cosa desidera?»

«Prendo del succo alla mela, se possibile.»

«Controllo in dispensa.» Due secondi dopo era sparito.

«Allora! Finto uomo di chiesa! Cos’è che volevi dirmi?» Il Re aveva già iniziato a mangiare e fissava il suo ospite incuriosito.

«Dunque», balbettò il Reverendo, «Sparsi nel mondo ci sono dei luoghi di culto appartenenti ad una religione antichissima, ben più antica di quella attuale e di quella precedente. Nella città sorta dalle ceneri di Flevance, ad esempio, si trova un monastero. Questi “angelicani” rispettano un culto le cui parole sono trascritte in un testo sacro poco conosciuto chiamato Bibbia. Un famoso membro dei corsari della Flotta dei Sette, Bartholomew Orso, ne aveva…»

Il Re lo interruppe bruscamente. «So a cosa ti riferisci, ragazzo».

Il Reverendo continuò. «Sire! Io ho letto quella Bibbia innumerevoli volte, ma della divinità di cui si parla al suo interno non ho mai trovato traccia nel mondo. Vorrei che mi deste le conoscenze che mi mancano per confrontarle con il testo sacro e capire quanto ci sia di veritiero. Vi prego, datemi una mano!»
Il Re si lasciò scappare un “Oh!” carico di stupore. Il Reverendo si era fatto prendere così tanto dalla conversazione che era scattato in piedi e aveva fatto cadere un bicchiere.

Il cameriere che reggeva una bottiglia di succo di mela, si materializzò in quello stesso istante. «Desolato, sir, pulisco subito e porterò un altro bicch…»

«Non preoccuparti, Obas», intervenne la Regina, «Va’ pure. Ci pensiamo noi qui.»

Obas scomparve con un inchino.
Il Re spiava le intenzioni del ragazzo, dietro le lenti dei suoi occhiali. Attese che il Reverendo ebbe finito di gustare la sua bevanda, poi gli rivolse la parola, la solennità nella voce. «Reverendo, tu mi hai appena chiesto qualcosa che equivale a tutto il peso di questo mondo. Riusciresti a sopportarlo?»

Il Reverendo si inchinò. «Vi prego, ho dedicato la mia vita a cercare risposte alle mie domande, non posso attendere oltre».

Il Re annuì. «Bene, allora ascoltami. Partiamo dal principio. La Bibbia che tu hai citato prima è un testo molto antico, risalente a molte ere fa, un periodo nel quale esisteva una civiltà completamente diversa dalla nostra. Il testo al suo interno parla di divinità, narrando le loro gesta, le loro vittorie e… la loro sconfitta. Fin qui ci sei?»

Il Reverendo annuì con la testa.

«La verità è che quel testo non parla di divinità, o meglio, non di divinità nel puro senso della parola. Tutte le vicende contenute in quel libro, compreso il termine “Dio”, sono state travisate completamente. Questo pianeta ha visto eventi che hanno cambiato completamente l’assetto geologico e sociale. Tutto questo è scritto in quella Bibbia, solo in chiave estremamente manipolata».

Nessuno lo aveva visto arrivare, ma Obas si era materializzato di nuovo: «Chiedo umilmente scusa per l’intromissione, mi sono permesso di versare del succo di pera al nostro ospite.»

Il Reverendo fece una smorfia. «In realtà a me non piace molto la pera… mi spiace».

Obas sembrò a disagio. «Oh! Desolato! Forse potrei…»

«OBAS!», urlò la Regina, «Che cosa ti ho detto prima? Prenditi la giornata libera! Non hai tuo fratello Eca da accudire? Non è forse malato? Torna domani!».

«Dunque, dunque, dov’eravamo?», il Re cercava di ritrovare il filo del discorso. «Ah, sì. Ragazzo, secondo te perché migliaia di anni fa ci fu un tempo conosciuto come “Era Celeste”? E perché venne chiamata proprio così? E perché dopo alcuni fatti venne cambiata in “Era del Mare Circolare”? Stando alle ipotesi di sapienti scienziati, prima di allora non doveva esserci la Grand Line, quindi il mondo non era ricoperto quasi completamente d’acqua. Ma poi accadde qualcosa, alcuni parlano di un Diluvio Universale che ha regalato al mondo intero una porzione d’acqua considerevole, che in un passato più recente ha giustificato anche la creazione di quell’arca gigante un tempo situata nei sobborghi dell’Isola degli Uomini-Pesce.»

«Mio Signore», lo interruppe il Reverendo «Ma che c’entra questo con le divinità di quel tempo?».

«È molto semplice, ragazzo mio» Il Re bevve un sorso d’acqua per schiarirsi la gola. «C’è un passo4 della Bibbia molto interessante che narra dell’arrivo di esseri alati su un carro celeste. Non ci è dato sapere in che epoca vennero, ma sappiamo che nella Bibbia si parla di “Esseri che dal cielo scesero sulla Terra”, chiamati in lingua antica “Angelici”.»

Il Re fece di nuovo una pausa, quindi proseguì. «In particolare scesero da quel pianeta che noi chiamiamo Luna, dove è possibile trovare ancora oggi dei reperti archeologici che provano la loro passata presenza. Sai, ho sentito dire che quel tale, Enel, sia giunto proprio là una volta perduto lo scontro contro quel ragazzo di gomma. Ad ogni modo, questi esseri scesero sul nostro pianeta perché avevano bisogno di risorse. E si resero presto conto che per ottenere tali risorse dovevano avere al proprio servizio qualcuno che lavorasse per loro. Crearono degli schiavi».

«Beh, mi sembra la cosa più ovvia», disse il Reverendo, «Se erano in grado di spostarsi di pianeta in pianeta, con la tecnologia che avevano costruire dei robot sarebbe stato un giochetto da ragazzi».

Il Re scrollò il capo. «No, caro mio. Non realizzarono creature meccaniche. Gli Angelici crearono la razza umana.»

«Ora tutto ha un senso! Sire, nella Bibbia c’è un passo che dice “abbiamo creato l’uomo a nostra immagine e somiglianza”2. Che cosa ne dite, si riferisce proprio a questo?»

«Esatto, il riferimento è proprio a quel passo. Gli Angelici mischiarono parte del loro DNA con quello di alcuni animali. Diciamo che fecero delle prove per vedere la stabilità delle loro cavie. Le razze che esistono tutt’ora sul nostro pianeta sono state create in laboratorio. I Colli di Serpente dai serpenti, i Mink da animali con parte del loro genoma. In questo caso particolare, loro volevano creare una razza che aumentasse le prestazioni durante le notti di Luna piena. Era un richiamo alla loro patria, la Luna, e se i Mink l’avessero osservata, sarebbero diventati enormemente più forti e prestanti. Erano gli schiavi perfetti. Crearono anche gli Uomini-Pesce, molto utili per la loro enorme forza fisica e la capacità di aumentarla sott’acqua.»

«E l’uomo? Voglio dire, l’essere umano classico? Anche noi siamo stati creati in laboratorio?» il Reverendo formulò la domanda quasi sputando le frasi. Il terrore sul suo volto era evidente.

«Certo», disse il Re, «Noi siamo stati il primo esperimento, le altre versioni le hanno create subito dopo. Se ci pensi, noi abbiamo molte meno capacità delle altre razze, non sappiamo vivere sott’acqua, non ci trasformiamo nelle notti di Luna piena, non abbiamo particolare forza fisica, né arti più lunghi del normale. Però siamo quelli più simili agli dèi.»

Il Reverendo si grattò il capo. Sembrava confuso. «Ma sire, se queste divinità avevano una enorme conoscenza dell’uomo, perché crearlo così debole? Perché non dargli la forza fisica o la capacità di vivere sott’acqua? Perché crearci uguali a loro se poi saremmo stati inutili?».

«Genesi 6, 1-8»

«Come dite?»

«Ce l’hai una Bibbia a portata di mano, no?»

«C-certo, sire…»

«Bene, cerca Genesi 6, 1-8. E abbi fede, che è regolare.» Il Re fece l’occhiolino al Reverendo, che in due secondi tirò fuori il tomo enorme e iniziò a cercare. «Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della terra e furono loro nate delle figlie…». Alzò gli occhi verso il sovrano. «Quindi…»

Il Re annuì. «Esatto, ragazzo… quindi gli uomini creati in provetta non erano sterili, potevano moltiplicarsi tra loro. Su, continua a leggere…»

«Avvenne che i figli degli dèi videro che le figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra tutte.»

«Fermati pure qui. In sostanza, gli anni passarono e i figli degli dèi videro delle donne umane, ovvero femmine nate da genitori creati in provetta. E fecero dei figli con loro».

Il Reverendo spalancò gli occhi. «Sire, vorreste davvero farmi credere che…»

«Proprio così… quando si trattava di lavorare, gli dèi erano sopra e gli schiavi sotto. Ma di fronte ad una bella donna, le schiave stavano sopra e gli dèi sotto!!! ZEHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!»

«Oh no, sire! Di nuovo quella risata malefica! Vado a prendere altre Esigenze di trama…»

«Non preoccuparti, bel», disse il Re guardando anche sua moglie, «Mi piace il suono della risata, tutto qui, non sono indemoniato. Prosegui pure con la lettura».

«Ah… o-ok… dunque, “questi sono gli uomini potenti che fin dai tempi antichi sono stati famosi”».

«Ragazzo mio, seguimi su questo discorso. Se gli Angelici venivano dalla Luna e avevano il DNA completamente “divino”, i figli che invece sono nati da femmine terrestri, quanto DNA “divino” avevano?».

«Beh», fece il Reverendo, pensoso, «Credo che avessero metà umano e metà “divino”, sire. Ma non capisco…»

Il Re increspò le labbra in un sorriso leggero. «Capirai subito. E se metaforicamente gli Angelici, che venivano dalla Luna, li rappresentiamo come una Luna piena a forma di “O”, i figli nati dalle femmine umane come li dovremmo rappresentare?»

«Immagino come una luna a metà, quindi una Luna Crescente a forma di “D”… aspettate un attimo… ORA È TUTTO CHIARO!!»

«Gli uomini potenti e famosi narrati nel testo sacro sono gli appartenenti alla stirpe della D. Gli dèi hanno creato quasi tutta la razza umana in laboratorio, ma hanno generato uomini potentissimi attraverso normali rapporti sessuali. In pratica hanno creato il diavolo per una sana e libidinosa trombata!»

«Ti sembra un modo regale di parlare?» fece la Regina, che aveva un’aria non particolarmente irritata, quasi come se fosse abituata a quel tono.

«Andiamo, tesoro, conosci questa storia a memoria e ogni volta mi fai la solita ramanzina…»

La regina non lo ascoltò e distolse lo sguardo dalla tavola, noncurante delle parole di suo marito.

«Ad un certo punto l’uomo si ribella a Dio», riprese il Re.

«Come dite?»

«Già, sembra strano, vero? Avvenne quello che nella Bibbia viene narrato come “cacciata dalla Terra Sacra”. L’uomo si ribella ai suoi creatori.»

«In realtà, sire, questo concetto è molto presente in un altra religione del passato più recente, conosciuta come “dragovita” o “culto dei Draghi Celesti”, dove viene strumentalizzato attraverso la favola del Peccato Originale», intervenne il Reverendo. «Com’è possibile però che i credenti fossero convinti di dover espiare una colpa che avevano fin dalla nascita, come fosse un marchio maledetto?»

Il Re si strinse nelle spalle. «Beh, ragazzo, prova a pensarci. Il loro “essere credenti” lo era nel vero senso della parola. CREDEVANO di essere peccatori. Ma non è forse la disobbedienza ad essere stimolo intrinseco di conoscenza? Ogni dragovita portava con sé questo fardello del Peccato Originale senza capire che è grazie alla sete di conoscenza se oggi abbiamo la consapevolezza di sapere chi siamo. Nel testo sacro dei dragoviti il Diavolo dice alla donna che “il giorno in cui ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male”5. Cosa c’è di così sbagliato nel discernere bene e male? “Allora alla donna si aprirono gli occhi”, significa che iniziò a comprendere che secondo lei c’erano delle cose sbagliate lì dentro, come ad esempio il fatto di essere nudi, e disse all’uomo di coprirsi. Ovviamente era una cosa sbagliata PER LEI, perché se fossi stato io quell’uomo le avrei detto di rimanere nuda!! ZEHAHAHAHAH!!!». La regina lo fulminò con lo sguardo. «Ma il punto è che non c’è niente di sbagliato nel libero arbitrio. Il vero peccato è quello di non dare all’uomo la capacità di scelta, come appunto il culto dei Draghi Celesti imponeva».

«Noi siamo solo umani» disse il Reverendo, «Ma la capacità di discernere il bene dal male ci rende come Dio.»

Il Re lo applaudì. «Bravo! Prova a pensarci, nella nostra società ogni azione è determinata da una scelta. Il fatto che esistano crimini e violenze di ogni genere è il riflesso di scelte sbagliate agli occhi di molti, ma agli occhi di chi quella scelta l’ha compiuta si tratta di una cosa giusta. Persino un killer considera il suo lavoro come una scelta positiva. Quindi se ci sono cose che nella nostra società non vanno bene, è perché le scelte che facciamo non portano a conseguenze positive per tutti ma solo per pochi. Il problema non è tanto la scelta, ma il fatto che questo potere “divino” lo si usi nel modo errato. Noi siamo come Dio perché esattamente come lui possiamo governare noi stessi attraverso le nostre scelte, che possono anche essere errate. E ovviamente, il fatto che io dica che siano errate, è una mia scelta.»

Il Reverendo sembrava convinto da quella argomentazione. Il Re gli strizzò un occhio, gli sorrise e proseguì. con un mezzo sorriso. «La storia si conclude con l’alleanza dei regni umani che annienta completamente il regno degli dèi. Ora, sarebbe inutile allungare il discorso parlando delle tre armi ancestrali, di elefanti giganti che deambulano per il mare e di tante altre cose incredibili, ma sappi solo che dopo quegli eventi il mondo non fu più lo stesso.»

«Sire, se ci pensate, la storia dell’Alleanza che vince contro il Grande Regno… è raccontata sia nei testi angelicani che in quelli dragoviti, solo con i ruoli invertiti! Nel testo dragovita, infatti, Dio s’infuria con l’uomo e lo caccia dalla Terra Sacra perché ha paura che possa un giorno diventare forte e potente tecnologicamente come Dio stesso, mentre in quello angelicano è proprio al c…»

Ma il Re puntò il dito e si alzò di colpo, andando verso il centro della tavola. Il Reverendo e la Regina lo fissarono incuriositi. Guardò cos’era rimasto da mangiare e la sua nobile scelta ricadde sulla fagiolata piccante al forno. «Scusa, bel, avevo ancora un po’ di fame.»

«Ma certo, Sire», disse il Reverendo. «Fate come se foste…», il ragazzo arrossì per la battuta stupida. «Cioè…»

«ZEEEEHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!!!»

«Quanto odio questa risata». La voce della Regina, sovrastata da quella del marito, si sentiva appena.

«Ascolta, ragazzo», riprese il Re, afferrando il mestolo dalla pentola della fagiolata, e sferrando fendenti in aria come fosse una spada, «La religione è lo strumento più potente per gestire le masse! È un’arma sottile che non colpisce il corpo ma lo spirito. Se attacchi un uomo frontalmente, questo si rialzerà fino a che non lo ammazzi e sarà il tuo nemico per sempre. Ma se gli dici che la sua morte gli sarà utile perché così avrà la possibilità di salire in cielo e sposare le donne “più belle, con grandi e attraenti occhi6 e con “seni grandi e rotondi, perché saranno vergini di uguale età7 allora sarà lui stesso a togliersi la vita e farà tutto quello che gli chiedi. È la trappola del “vivi male qui e verrai ricompensato lì” che fa muovere gli animi e che in alcuni casi ha anche generato guerre!»

«Mio Signore, posso chiedervi una cosa?»

«Vai…»

«Considerando il culto dragovita, dove si collocavano i Draghi Celesti sullo scacchiere politico mondiale? Voglio dire, anche loro si credevano divinità ed erano convinti di esserlo, ma è un concetto così diverso dalla divinità biblica?»

«Ascolta, ragazzo», sospirò il Re, «Dio è principalmente un concetto umano, un costrutto artificiale che l’uomo ha creato ad hoc per paura di un eterno tormento dopo la morte, che sia l’Inferno oppure il non poter fare sesso con settantadue vergini, è indifferente. La maggior parte dei credenti non ha fede (in Dio) ma timor (di Dio). È un discorso molto materiale, perché la paura dell’eterno tormento li costringe ad adorarlo, così possono guadagnarsi un posto al sole in Paradiso. I Draghi Celesti hanno semplicemente destituito altre figure credute divine sfruttando questa debolezza umana per ergersi nuovamente al di sopra dell’uomo stesso, il quale li ha poi adorati solo per paura della loro ira, come probabilmente faceva con gli Angelici. Alla fine della guerra contro il Grande Regno, gli antenati dei Draghi Celesti fondarono Marina e Governo con il compito di tenere a bada l’umanità ed evitare che la guerra contro gli dèi non si ripetesse di nuovo contro di loro, i nuovi dèi».

Il Reverendo si accarezzò la barba. «Voglio aggiungere una cosa al vostro discorso.»

Il Re fece un gesto, invitandolo a continuare. «Dimmi pure…»

«In alcuni testi ritenuti apocrifi durante i secoli di regno dei Draghi Celesti si parla di un gruppo di persone che durante gli anni in cui le divinità erano gli Angelici cominciò ad imporre la propria visione in alcune isole del mondo. Ottennero come risultato che una parte della popolazione covava la ribellione perché non accettava il loro credo. Tuttavia, dopo la sconfitta degli Angelici quel culto divenne la religione più praticata al mondo».

Il Re assentì. «È questa la reazione tipica della società quando non accetta qualcosa di nuovo. Ma tutto ciò che all’inizio è rivoluzionario, col tempo diventa tradizionale. Qualsiasi moda, qualsiasi atteggiamento mentale, qualsiasi religione, appena introdotta nella società è rivoluzionaria e riceve reazioni avverse. Ma continua a ripeterla per anni, per secoli, millenni e diventerà lo status-quo accettato da tutti. I Draghi Celesti usarono uno stratagemma più sottile, crearono un culto e posizionarono loro stessi al centro costringendo l’umanità ad adorarli attraverso i tributi. Avrebbero gestito i loro schiavi dall’alto delle loro torri d’avorio. I tributi sono le monetine che azionano la loro lussuosissima giostra privata. L’uomo la costruisce mentre Dio ci gioca.»

«Tutto questo è assurdo, fantastico e terribile allo stesso tempo», disse il Reverendo. «Quindi la Bibbia e gli altri Libri, più che testi sacri, possono essere ritenuti dei testi storici?»

«Già, testi che raccontano un’unica storia e che riescono ad essere attendibili e abbastanza comprensibili nonostante i vari Concili e censure perpetrate nel corso dei secoli. L’unico errore che non bisogna mai commettere è interpretare questi libri come “sacri” e quindi prenderli allegoricamente. I testi storici non vanno interpretati ma analizzati in modo letterale, perché altrimenti si andrebbe incontro a sterili interpretazioni che sfocerebbero in guerre “sante” nel peggiore dei casi e “indulgenze in bottiglia” nel migliore!»

Mentre parlava, il Re impugnava ancora il mestolo sozzo di fagioli, ormai freddi.«Aaaaaah! Guarda che roba! Obas! OBAS? DOVE SEI?!»

«Non ricordi che l’ho mandato a casa?», disse la Regina, con fare annoiato.

«E adesso chi riscalda la fagiolata?», si lamentò il Re. «Svelta! Chiama Eca! Digli che se non viene entro cinque minuti gli pianto un buco nello stomaco e lo trasformo in una ciambella!»

La Regina sospirò. «Eca è malato, lo abbiamo detto poco fa», aggiunse, in tono monotono.

«MA PORCA DI QUELLA P…»

Era strano ma mentre il Re urlava, gli abitanti di Fagiolia giuravano di aver sentito alcune scosse di terremoto, leggere, quasi impercettibili. Ma ovviamente nessuno si sarebbe mai sognato di associare le due cose…
Nessuno…

 

INDICE DELLE CITAZIONI PRESENTI NELL’ARTICOLO

  1. Salmi 82, 5-7.
  2. Estratto di un articolo scritto dallo studioso Mauro Biglino, celebre biblista ed esperto di lingua ebraica. È stato il traduttore ufficiale per la casa editrice cattolica Edizioni San Paolo.
  3. Ezechiele 1, 4-28.
  4. Genesi 1, 26-28. Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi».
  5. Genesi, 3, 4-6.
  6. Corano, Sura XLIV [44], versetto 54.
  7. Corano, Sura LXXVIII [78], versetto 33.

Ringrazio il Bike&Raft per la splendida collaborazione. E’ stato un vero piacere.

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