La D. non è un cognome, ma una dichiarazione politica – TEORIA

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Riscrivendo la Storia di One Piece: l’Iniziale ‘D’ come Simbolo di Appartenenza e Dichiarazione Politica

La recente scoperta che la famiglia Nefertari appartiene al Clan D. ha sollevato una serie di domande intriganti. La più sorprendente è se l’iniziale ‘D’ sia davvero un cognome o, piuttosto, una dichiarazione politica risalente a un millennio fa.

Immaginiamo un’epoca, mille anni fa, in cui individui di tutte le tribù che si sentivano in sintonia con la causa di Joy Boy adottavano l’iniziale ‘D.’ nei loro nomi. Questo atto non era solo un segno di appartenenza, ma una dichiarazione pubblica di sostegno a Joy Boy. In questa prospettiva, ‘D.’ non rappresenta un nome, ma una dichiarazione di appartenenza e un’affermazione politica.

Questa teoria potrebbe spiegare perché personaggi come Jaguar D. Saul, un gigante, possono portare la ‘D’ nonostante tutti i precedenti portatori di ‘D’ fossero umani.

Inoltre, potrebbe gettare luce sul perché Imu non fosse a conoscenza del fatto che Lily fosse una ‘D.’ Potrebbe essere che Lily non fosse una sostenitrice pubblicamente riconosciuta di Joy Boy e, di conseguenza, non avesse mai aggiunto la ‘D’ al suo nome pubblicamente. Se la ‘D’ fosse un cognome, Imu ne sarebbe stata a conoscenza prima di invitarla a fondare il Governo Mondiale. Dopo tutto, i Nefertari sono una famiglia di lunga data, con una storia che si presume preceda il Secolo Vuoto. Se ‘D’ fosse semplicemente una parte normale del loro nome, Imu ne sarebbe stata a conoscenza.

L’autore, Oda, sembra suggerire che chiunque può diventare un ‘D.’ Questo concetto viene rafforzato dal flashback di Sabo, in cui vediamo Luffy e Ace invitare Sabo a diventare un ‘D.’

Che ne pensate di questa teoria?

*Basato sulla teoria di ShayaVosh


One Piece è un manga scritto e disegnato da Eiichirō Oda, serializzato sulla rivista giapponese Weekly Shōnen Jump di Shūeisha dal 19 luglio 1997. La casa editrice ne raccoglie periodicamente i capitoli anche in volumi formato tankōbon, di cui il primo è stato pubblicato il 24 dicembre. L’edizione italiana è curata da Star Comics, che ne ha iniziato la pubblicazione in albi corrispondenti ai volumi giapponesi il 1º luglio 2001.

La storia segue le avventure di Monkey D. Luffy, un ragazzo il cui corpo ha assunto le proprietà della gomma dopo aver inavvertitamente ingerito il frutto del diavolo Gomu Gomu. Raccogliendo attorno a sé una ciurma, Luffy esplora la Grand Line in cerca del leggendario tesoro One Piece e inseguendo il sogno di diventare il nuovo Re dei pirati

One Piece è adattato in una serie televisiva anime, prodotta da Toei Animation e trasmessa in Giappone su Fuji TV dal 20 ottobre 1999. L’edizione italiana è edita da Merak Film ed è andata in onda su Italia 1 dal 5 novembre 2001 per poi continuare su Italia 2 nel 2012; inizialmente intitolata All’arrembaggio!, la serie ha avuto diversi cambi di denominazione nel corso delle stagioni, fino ad assestarsi sull’originale One Piece.

Toei Animation ha prodotto inoltre 11 special televisivi, 13 film anime, due cortometraggi 3D, un ONA e un OAV. Svariate compagnie ne hanno tratto merchandise di vario genere, come colonne sonore, videogiochi e giocattoli.

One Piece ha goduto di uno straordinario successo. Diversi volumi del manga hanno infranto record di vendite e di tiratura iniziale in Giappone. Con trecento milioni di copie in circolazione al 2014 l’opera è il manga ad avere venduto di più al mondo. Il 15 giugno 2015 è entrato inoltre nel Guinness dei primati come serie a fumetti disegnata da un singolo autore con il maggior numero di copie pubblicate: oltre 320 milioni.

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